A che età si è più infelici? Risponde la Scienza

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A che età si è più infelici? Risponde la Scienza

| 27/09/2023

Secondo una nuova ricerca, la felicità di una persona ha più probabilità di toccare il fondo ad un’età ben precisa

  • Un recente studio ha quantificato l’età in cui si è più infelici
  • “Nessun se, nessun ma, nell’età il benessere è a forma di U”, ha spiegato il dottor David Blanchflower
  • A quanto pare la crisi di mezza età è vera
  • Colpisce le persone dai 40 ai 48 anni
  • Superato questo infausto traguardo, si torna ad essere più felici

 

Qual è l’età più infelice? Secondo un recente studio, sarebbe verso la fine dei quarant’anni. Secondo la nuova ricerca del dottor David Blanchflower, professore di economia al Dartmouth College nel New Hampshire, Stati Uniti, la crisi di mezza età è vera, e colpisce soprattutto a partire dai 40 anni.

Blanchflower ha recentemente pubblicato due documenti di studio (con il National Bureau of Economic Research) che esaminano i livelli di felicità e infelicità nel corso della vita di una persona. Dopo aver esaminato i dati di circa 500.000 individui in 132 Paesi, ha scoperto che la felicità per le persone nei Paesi avanzati tocca il fondo all’età di 40 anni. Nei paesi in via di sviluppo, raggiunge il suo punto più basso all’età di 48 anni.

Nessun se, nessun ma, nell’età il benessere è a forma di U. L’ho trovato in Europa, in Asia, in America del Nord e del Sud, in Australia e in Africa… Ci sono stati pochissimi Paesi per i quali non sono riuscito a individuarlo, e questo è successo soprattutto dove sono presenti piccoli campioni o dove non si dispone di dati significativi”, ha scritto il dottor Blanchflower.

Anche studi precedenti hanno trovato questa “curva della felicità“. Alcuni dei migliori risultati provengono da studi longitudinali, che hanno rintracciato lo stesso gruppo di persone per un certo numero di anni. Per esempio, uno studio del 2015 condotto dal dottor Terence Cheng, economista della salute, ha esaminato i cambiamenti individuali nei dati relativi al benessere in base all’età in persone provenienti da Gran Bretagna, Australia e Germania. La ricerca ha riscontrato che la curva della felicità ha “una forte tendenza verso la forma a U”.

Perché il culmine dell’infelicità si raggiunge con la mezza età?

Tuttavia, alcuni esperti si chiedono se la curva sia un vero fenomeno o un risultato dell’analisi dei dati. Una possibilità, secondo il dottor Dean Burnett – autore di The Happy Brain e socio di ricerca onorario presso la Scuola di Psicologia dell’Università di Cardiff – è che la curva sia almeno in parte il risultato di persone più infelici che muoiono in età giovanile, il che potrebbe distorcere i dati verso una maggiore felicità per le persone più anziane.

Detto questo, ci sono ragioni per cui la felicità potrebbe seguire questa traiettoria se calcolata in media su una popolazione. “La fine dei 40 e l’inizio dei 50 anni rappresenta un momento in cui molte persone hanno meno autonomia e meno sicurezza finanziaria. Quando si è più giovani, non si è legati alle responsabilità, e ci sono più possibilità. A metà della vita, la gente potrebbe avere mutui da pagare e figli adolescenti da accudire. Il corpo potrebbe iniziare a soffrire di dolori e disturbi, e ci sono meno novità nella vita. Tutte le cose che si aspettavano da giovani sono già successe, o sembrano meno probabili”, ha osservato il dottor Burnett.

In effetti ha senso. La maggior parte delle persone alla fine dei quarant’anni d’età entra a far parte di quella che viene definita la “generazione dei panini“, o coloro che si prendono cura dei genitori anziani e della propria famiglia allo stesso tempo. “Dal punto di vista finanziario, possono contribuire a sostenere le esigenze di assistenza sanitaria dei loro genitori, pagando allo stesso tempo l’istruzione dei loro figli”, ha dichiarato Johnny Taylor, presidente e CEO della Society for Human Resource Management.

“I lavoratori quarantenni hanno anche maggiori probabilità di ricoprire posizioni di ‘middle management’. La transizione dall’essere un dipendente di livello junior all’assunzione di maggiori responsabilità può avere un impatto negativo sui livelli di felicità”, ha dichiarato alla CNBC la dottoressa Tess Brigham.

Il dottor Blanchflower, 67 anni, ha dichiarato alla CNBC che i risultati si estendono anche alla sua vita personale. “C’è una crisi di mezza età con un punto più alto intorno ai 50 anni, che è stato anche il mio punto più basso in termini di felicità. Tuttavia ci sono prove che, per la maggior parte delle persone, le cose possono cominciare a migliorare da allora in poi, ha commentato il dottor Blanchflower.

La felicità può aumentare in età avanzata

“Quando si è più maturi, l’autonomia di solito aumenta. I figli sono cresciuti, si hanno meno responsabilità, si è meno dipendenti, si può andare in pensione e si torna ad avere più controllo sulla propria vita. Inoltre, c’è stato tutto il tempo per fare pace con le sfide che si sono verificate tra i quarant’anni e i cinquant’anni”, ha spiegato il dottor Burnett.

“Un altro vantaggio dell’essere più anziani è che si è costruita un’esperienza di vita, e questo può contribuire a gestire meglio gli eventi negativi della vita. Si diventa anche più grati per le cose che si hanno. Si scende a patti con le cose che non si ottengono, e ci si può concentrare su altre cose, come le amicizie o gli hobby.

Taylor e Brigham sono d’accordo sul fatto che la consapevolezza e la gratitudine possono aiutare le persone a sentirsi più felici. Si tratta di imparare a essere più presenti nel momento e grati per le cose che si hanno. Non si può certo vendere tutto, comprare una barca e navigare intorno al mondo, ma si possono fare piccoli cambiamenti per fare la vita che si desidera”, ha detto Brigham.

In che misura possiamo influire sulla nostra felicità?

“Abbiamo molto più controllo di quanto non ci rendiamo conto. Abbiamo il potere di agire e di prendere decisioni che possono migliorare il nostro benessere. Ma non ci rendiamo nemmeno conto di quanto la nostra felicità sia influenzata dagli altri. Molte delle cose che si pensa possa rendere felici – come il matrimonio o un particolare lavoro – provengono dalla nostra cultura, non da una reale necessità. Quante di queste sono le cose che si vogliono veramente?, ha osservato il dottor Burnett.

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In definitiva, sembra proprio che le persone possano essere felici o infelici a qualsiasi età. “Ci sono moltissime persone sulla soglia dei 50 anni che si divertono da matti”, ha concluso il dottor Burnett.

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