Affido cucciolo

“Ho contattato una di queste associazioni per cani trovatelli, per adottarne uno prima che vadano a finire in canile. Semplicemente allucinante! Sono Donatella di Palermo e voglio che tutti vedano che razza di gente si occupa di volontariato e di accudire gli animali. Altro che gente, qua le bestie sono loro. Io mi sono premurata di coprire i cani, giusto per privacy del mio Chicco e della pagina di questa pseudo associazione. Ma il nome di questa screanzata con cui ho dovuto sostenere questa conversazione da pazzi l’ho lasciato, e ve lo scrivo pure qua: Concetta Catalano della provincia di Enna. Non Gilda Trevisan o che so io di Padova. Ancora fremo dalla rabbia. Comunque la storia è questa: contatto questa dirigente dell’associazione per avere in affido un cucciolo da allevare come faccio da 25 anni ormai. Sempre trovatelli da strada. Quello che ho dovuto sopportare e subire… Io ancora non mi capacito, non mi spiego se è solo lei così o anche i suoi collaboratori…”

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La nostra fan, Donatella di Palermo, ha condiviso un’esperienza personale particolarmente intensa legata al mondo del volontariato per animali. Da anni appassionata di adozioni e cure per cani trovatelli, ha deciso di rivolgersi a un’associazione per offrire una nuova casa a un cucciolo, evitando che finisse in canile. Tuttavia, il tentativo di adozione si è trasformato in un episodio spiacevole che ha lasciato la nostra follower profondamente amareggiata.

Secondo quanto racconta, il contatto con una responsabile dell’associazione si è rivelato estremamente deludente, tanto da definirlo “allucinante”. L’interlocutrice, identificata dalla nostra fan come Concetta Catalano della provincia di Enna, sarebbe stata protagonista di una conversazione ritenuta assurda e offensiva. Nonostante l’esperienza decennale nell’allevare cani trovatelli, la nostra amica afferma di essere stata trattata in modo sconcertante, con toni e atteggiamenti che le hanno lasciato rabbia e incredulità.

Per rispetto della privacy dei cani coinvolti e della pagina dell’associazione, la nostra fan ha scelto di oscurare le immagini relative agli animali, in particolare del suo fedele Chicco, ma ha voluto rendere pubblico il nome della persona con cui ha avuto lo scambio. Una scelta motivata dal desiderio di far conoscere, secondo le sue parole, “che razza di gente si occupa di volontariato”.

Nel suo racconto, traspare la delusione di chi si aspettava un dialogo costruttivo, basato sull’amore per gli animali, e si è invece ritrovata in una situazione conflittuale, che ha messo in discussione l’operato dell’associazione stessa. La nostra fan continua a domandarsi se il comportamento riscontrato sia da attribuire alla singola persona o se rifletta una modalità più ampia di gestione interna.

Con un passato dedicato all’accoglienza di animali abbandonati, la nostra follower si mostra ancora molto scossa dall’accaduto, dichiarando di “fremere dalla rabbia” per quanto accaduto. Un episodio che ha lasciato un segno e che la nostra amica ha voluto raccontare per mettere in luce un aspetto critico di un mondo che dovrebbe, invece, essere mosso da empatia e rispetto.

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