Alexo – Seconda Parte

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“Ho perso il lavoro da poco. Avete presenta la sfiga più nera. L’azienda per la quale lavoravo ha fatto dei tagli e io sono purtroppo nella parte tagliata e non in quella che è rimasta attaccata. Scusate la metafora morbosa, ma se avete letto la chat forse potete comprendere perché pensi una cosa del genere. In casa ho una mamma che sta male, purtroppo per una malattia cronica. Mio padre è morto quando ero piccolo. Insomma… va bene… cerco di non piangermi addosso. In questo periodo ovviamente sto cercando lavoro, ma non è facile e finora non ho trovato niente ma non mi arrendo.

Ho quindi chiesto dei soldi per delle cose molto importanti alla mia ragazza. Lei è una persona molto benestante tra la sua famiglia e il suo lavoro nello studio di suo padre. Ha cominciato a chiamarmi Alexo e, se non farò tutto quello che mi dice, lei…”

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“Nell’ansia di non farcela, di non riuscire a comprare nemmeno l’essenziale, ho chiesto dei soldi in prestito alla mia ragazza. Ma chiedi oggi e chiedi domani, i soldi che mi ha prestato sono diventati tanti. E lei si è sentita sempre più in diritto di darmi ordini per compensare. Così ha cominciato a chiamarmi Alexo. Non so se avete presente l’assistente vocale? Che tu gli dai gli ordini e quello esegue. È un po’ questo il senso. All’inizio lo faceva per scherzare ogni tanto e ci stava.

Poi è diventato un continuo e il mio nome Alessio non lo diceva più. Lei pretende sempre di più ed è arrivata a chiedermi pure di darle lo smalto ai piedi. E io come un co** l’ho fatto. Ma perché l’ho fatto? L’ho fatto perché mi sentivo un verme, uno schifo di uomo senza lavoro e senza dignità, per paura di non avere proprio più nessuna entrata di soldi. Adesso mi ha chiesto ancora un’altra cosa e mi sento un verme… Cosa devo fare?”

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