L’antichissimo enigma del Quadrato del Sator

Una affascinante iscrizione palindroma

 

Avete mai sentito parlare del Quadrato del Sator? Si tratta di un enigma ad oggi irrisolto, anche noto come Quadrato magico. Questa antica iscrizione latina riporta sempre le stesse parole, indipendentemente dal luogo in cui è stata rinvenuta. Ci sono testimonianze sparse per tutta Europa, dall’Italia all’Ungheria, passando per Francia, Spagna e Inghilterra.

L’iscrizione riportata sul Quadrato magico recita: “Sator arepo tenet opera rotas“. La particolarità è che le parole possono essere lette indistintamente in orizzontale, sia da destra verso sinistra che da sinistra verso, e in verticale, sia dall’alto verso il basso che dal basso verso l’alto. Si tratta perciò di una frase palindroma. Cosa significa questa misteriosa iscrizione? In realtà, le interpretazioni sono molteplici. Ad oggi, infatti, non c’è sicurezza né unanimità riguardo il significato del Quadrato di Sator.

Il mistero irrisolto del Quadrato magico

Qual è la teoria più accreditata riguardo l’enigma? Secondo questa ipotesi, il termine Sator è traducibile come Dio, o cretore. Il verbo che indica l’azione compiuta dal soggetto è tenet, ovvero domina, o regge. Opera rotas significa le opere del creato. Infine, arepo, che probabilmente deriva dalla lingua celtica, significa aratro. Quindi, riassumendo, l’iscrizione può essere così tradotta: “Dio domina e regge le opere del creato e ciò che la terra produce”.

Chi sostiene questa interpretazione pensa che si tratti di una sorta di formula rituale per prevenire le disgrazie o superare le avversità. C’è anche chi suppone che nel Medioevo il Quadrato magico sia diventato una sorta di sigillo dei Cavalieri Templari. Siete curiosi di ammirare con i vostri occhi questa iscrizione affascinante e misteriosa?

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La testimonianza più antica si trova a Pompei e risalirebbe a circa 2000 anni fa. Nel Lazio, è possibile osservare il Quadrato del Sator a Collepardo, in provincia di Frosinone, a Sermoneta, in provincia di Latina, e a Roma. Nel resto d’Italia, invece, questa iscrizione si trova a Foggia, a Messina e a Verona.

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