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Hai presente quella sensazione di onnipotenza quando ascolti i vocali su WhatsApp a doppia velocità, magari mentre scendi dal tram e rispondi a un’email con la coda dell’occhio? Ecco, potresti star facendo un grande favore… all’oblio. Secondo una meta-analisi pubblicata su Educational Psychology Review, ascoltare contenuti verbali accelerati — come lezioni o messaggi audio — ha un impatto diretto e negativo sulla memoria. Tradotto: se vuoi ricordare cosa ti ha detto il tuo amico, la tua collega o tua zia, meglio non farli parlare come i Chipmunks.
Gli scienziati hanno preso in esame 24 studi precedenti e hanno osservato cosa succede alla nostra mente quando ci esponiamo a parole che corrono troppo. E non parliamo solo di un po’ di confusione: a partire dalla velocità 2x, la memoria va in tilt, con perdite di contenuto anche fino al 17% nei test di comprensione. Certo, magari il vocale era inutile, ma almeno lasciamo al cervello la libertà di deciderlo.
Il professor Marcus Pearce, docente di Scienze Cognitive alla Queen Mary University di Londra, ha spiegato in un articolo su The Conversation che l’ascolto accelerato compromette tre fasi fondamentali della memoria: codifica, conservazione e recupero. Il nostro cervello funziona un po’ come un computer con la RAM limitata: se apri troppe finestre tutte insieme, si blocca. E no, non basta avere 25 anni per farcela comunque.
In media, un essere umano parla a 150 parole al minuto. Quando raddoppiamo questa velocità, arrivando a 300 o addirittura 450 parole al minuto, il problema non è capire. Il vero guaio è quanto di quelle parole rimane nella memoria qualche minuto dopo. Spoiler: poco. E se hai più di 60 anni, secondo i ricercatori, quel “poco” rischia di diventare “quasi niente”.
Il fenomeno si chiama sovraccarico cognitivo: succede quando la memoria di lavoro – quella a breve termine – riceve troppi input troppo in fretta e non riesce a passarli alla memoria a lungo termine. È un po’ come cercare di copiare la lista della spesa mentre ti urlano le offerte del supermercato in sottofondo. Alla fine ti dimentichi tutto, tranne forse il tonno.
Lo studio ha mostrato che anche ascoltando a 1,5x c’è una piccola perdita di comprensione, ma è ancora tollerabile. Il disastro inizia da 2x in poi. Non a caso, i partecipanti più penalizzati nei test erano proprio quelli sopra i 60 anni: per loro, la soglia di sopportazione cognitiva è ancora più bassa. A questo punto, meglio un messaggio lento e noioso che una corsa verso il nulla.
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Il consiglio degli esperti è chiaro: se proprio non puoi ascoltare alla velocità normale, fermati a 1,5x. Il tuo cervello ti ringrazierà. E magari anche la persona che ti ha lasciato quel vocale di tre minuti, che almeno verrà compresa fino alla fine e non solo nella parte in cui dice “ciao”. Quindi la prossima volta che ti senti in colpa perché stai ascoltando lentamente un messaggio, ricorda: la lentezza, in questo caso, è alleata della memoria. Perché se il contenuto era importante, meglio ricordarlo che dover chiedere “puoi ripetere?” a velocità normale.
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