Mio marito si è praticamente umiliato da solo lamentandosi di un giocattolo di nostro figlio. Non sarebbe adatto alla sua mascolinità. Prima che approcciate questa storia è importante che sappiate quanto sia una persona brava, onesta e generosa mio marito. Io non sono qua per sfotterlo o parlarne male, vorrei solo che riuscisse a capire che su questo punto, su questa questione, è un po’ arretrato. Ha i paraocchi quando si parla di uomini e donne e degli stereotipi connessi al genere. E quello che dice in questa chat è per me incomprensibile. Io non riesco veramente a capire come possa una persona come lui, che nei fatti è veramente speciale (ha aiutato mio fratello in svariate situazioni come neanche i miei genitori hanno fatto) a poter dire certe cose. Anche solo a pensarle. Ha letteralmente perso le staffe per un aspirapolvere giocattolo. Come se fosse qualcosa che può minare lo sviluppo del nostro Mattia. Conosco questo suo fare ma ogni volta è sempre sconvolgente
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La nostra fan racconta una situazione che l’ha profondamente colpita, non tanto per la gravità dell’episodio in sé, quanto per il significato che porta con sé e per ciò che ha rivelato del pensiero del marito.
Il protagonista della vicenda è suo marito, descritto fin da subito come una persona eccezionale: onesto, generoso, sempre pronto ad aiutare, tanto da essersi fatto carico in più occasioni di problematiche familiari che nemmeno i suoi stessi suoceri avevano affrontato con lo stesso impegno. Un uomo che ama e stima profondamente, e proprio per questo fa ancora più fatica a comprendere il suo atteggiamento in questa circostanza.
Tutto è nato da un giocattolo ricevuto dal piccolo Mattia, il loro figlio. Un oggetto innocuo, divertente, che dovrebbe appartenere al mondo della fantasia e del gioco: un aspirapolvere giocattolo. Ma per il marito, quel semplice regalo è diventato un problema, qualcosa di “non adatto” alla mascolinità del bambino.
Il nostro fan racconta con disappunto come il marito abbia reagito in modo spropositato, perdendo le staffe per un dettaglio che a lei è sembrato insignificante. Eppure, da quella reazione è emerso un pensiero rigido, intriso di stereotipi di genere, che ha lasciato la nostra amica confusa e delusa.
Sottolinea di non volerlo criticare per partito preso, anzi: la sua intenzione non è metterlo in ridicolo, ma cercare un modo per fargli capire che, su questo punto specifico, sta guardando la realtà con dei paraocchi. Secondo lei, il marito – per quanto sia un uomo moderno e generoso nei gesti – fatica ancora a liberarsi da certe visioni antiquate su cosa sia “da maschio” e cosa no.
La conversazione avuta tra loro, e riportata in chat, è per lei ancora difficile da digerire: non riesce a comprendere come una persona che reputa così speciale possa davvero pensare che un giocattolo come un aspirapolvere possa rappresentare un pericolo per lo sviluppo di un bambino.
Ogni volta che accade qualcosa del genere, dice, resta sconvolta. Non per la sua rabbia, ma per la rigidità che riaffiora su temi che, oggi più che mai, richiederebbero apertura, ascolto e libertà da certi schemi.
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