Mi chiamo Silvia e ho 25 anni. Il mio ragazzo deve prendere un aereo e vuole chiedere l’assistenza in aeroporto. Non è finita bene.. Il mio ragazzo non sa prendere l’aereo, si confonde, non riesce a leggere il tabellone. E questo lo spaventa molto, ma invece di applicarsi, di cercare di imparare, lui che fa? Chiede l’assistenza!! Ossia si fa meFere su una sedia a rotelle in aeroporto e si fa portare dove deve andare da un operatore. A me sembra veramente imbarazzante. TuFo perché non è capace di viaggiare, o meglio non vuole capire le cose. A me davvero è venuto il laFe alle ginocchia. Mi sono senKta di stare con un creKno. Ma mi sono venute in mente anche altre cose e per questo vi scrivo. Mi è venuto in mente che io e il mio ragazzo ci leviamo 9 anni. Siamo di due generazioni diverse e si vede. Io sono una Gen Z e lui è un millennial. Se sbaglio correggetemi. Vediamo le cose in modo diverso. A me fa schifo il pressapochismo, il non impegnarsi, il lasciare le cose come sono, l’approfiFarsene tanto poi ci penserà qualcun altro. Lui preferisce lo status quo, adaFarsi alle cose, fare furbate cringianK…
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La nostra fan Silvia, 25 anni, ha deciso di raccontare una situazione che l’ha messa fortemente in crisi nel suo rapporto di coppia. Tutto è partito da un dettaglio che, almeno all’apparenza, potrebbe sembrare banale: il suo ragazzo, in procinto di prendere un aereo, ha deciso di richiedere l’assistenza in aeroporto. Non per una reale necessità fisica, ma perché – come racconta la nostra follower – non riesce a leggere bene i tabelloni, si confonde facilmente e, invece di impegnarsi per capire e imparare, preferisce farsi accompagnare su una sedia a rotelle.
Silvia descrive questa scelta come qualcosa di estremamente imbarazzante, tanto da averla fatta sentire a disagio. L’ha vissuta come una mancanza di volontà e responsabilità da parte del compagno, come un approfittarsi del sistema piuttosto che cercare di migliorare e diventare più autonomo. Questo episodio, apparentemente piccolo, ha fatto riaffiorare nella mente della nostra fan tante altre riflessioni, fino a portarla a mettere in discussione l’intera relazione.
La differenza d’età tra i due – ben nove anni – è diventata improvvisamente molto più evidente. Silvia si è trovata a riflettere su quanto siano diversi i loro approcci alla vita: lei si definisce una rappresentante della Gen Z, cresciuta con l’idea che bisogna darsi da fare, migliorarsi, combattere l’ignoranza e il disinteresse. Lui, appartenente a una generazione precedente, secondo il suo racconto sembra invece più incline ad adattarsi alle cose come sono, anche facendo scelte che lei percepisce come scorciatoie poco dignitose.
Quello che per il suo compagno poteva essere un gesto semplice e pratico, per Silvia è stato un campanello d’allarme: la sensazione che stia mancando un allineamento profondo nei valori, nelle priorità, nel modo di affrontare la vita. Un episodio che ha aperto una crepa, portandola a domandarsi se davvero sono compatibili e se questa distanza generazionale non stia diventando un ostacolo difficile da ignorare.
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