Attivismo sul campo

Ho, o più probabilmente avevo, un carissimo amico con cui condivido un rapporto che è nato fin dai banchi della scuola elementare e che stava continuando tutt’ora che entrambi studiamo all’università. Ad entrambi ha sempre ispirato l’idea dell’università, non tanto in realtà per lo studio in sé, ma per il mood che si respira in alcune città universitarie: città vive, piene di studenti, che ti offrono qualsiasi cosa di cui tu abbia bisogno a livello di stimoli anche culturali e sociali, città spesso a misura d’uomo e che sono capaci di cambiarti dentro. Ma come ogni cosa, può cambiarti in meglio o in peggio, a seconda delle proprie inclinazioni, della gente che si frequenta, della vita che si fa e delle scelte che si prendono. Purtroppo io e questo mio (ex) grande amico abbiamo intrapreso strade diverse e pian piano ci siamo allontanati sempre di più. Lui si è buttato fortemente sull’attivismo, un attivismo piuttosto moderno direi. All’inizio ammiravo molto questa sua scelta e questo suo modo di fare, ma con il tempo è davvero cambiato dentro, fino ad arrivare ad un punto di rottura scioccante ed irrecuperabile.

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Il nostro fan ha voluto condividere una storia personale che riguarda un’amicizia di lunga data, nata sui banchi della scuola elementare e portata avanti fino all’età adulta. Un legame profondo, costruito nel tempo e rafforzato da interessi comuni, come quello per l’università e il desiderio di vivere in una città dinamica, viva, stimolante dal punto di vista culturale e sociale.

Lui e il suo amico avevano sempre visto l’università come un’occasione non solo formativa, ma anche esistenziale: un periodo in cui costruirsi, mettersi alla prova, cambiare in meglio. Tuttavia, la vita universitaria – come spesso accade – può portare le persone a intraprendere percorsi molto diversi tra loro, influenzati da nuove esperienze, ambienti, conoscenze e scelte personali.

Il nostro amico racconta che, col tempo, il legame si è allentato. Il suo compagno di infanzia ha preso una direzione precisa, immergendosi completamente nell’attivismo, una forma di impegno che all’inizio sembrava ispirante e autentica. Era un ragazzo motivato, convinto delle proprie idee e desideroso di incidere positivamente nel mondo. In un primo momento, anche il nostro fan ammirava questo coinvolgimento, vedendolo come una naturale evoluzione del carattere del suo amico.

Purtroppo, col passare dei mesi, qualcosa è cambiato. Quell’attivismo ha iniziato a trasformarsi in qualcosa di più rigido, quasi dogmatico, e l’amico ha cominciato ad assumere atteggiamenti sempre più intransigenti e intolleranti verso chi non condivideva pienamente le sue posizioni. Il confronto ha lasciato spazio allo scontro, e le discussioni, un tempo costruttive, sono diventate fonte di tensione e distanza.

Fino a quando, come racconta il nostro follower, si è verificato un episodio che ha rappresentato il punto di rottura definitivo. Un momento scioccante, che ha segnato la fine di un’amicizia che sembrava destinata a durare per sempre. Non specifica subito cosa sia accaduto, ma lascia intendere che quanto successo è stato irreparabile.

Ha scelto di inviare questa conversazione a Commenti Memorabili per testimoniare quanto sia difficile accettare che anche i legami più solidi possano sgretolarsi quando le persone cambiano, e quando le scelte personali prendono il sopravvento sulla condivisione e sul rispetto reciproco.

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