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Il dibattito sull’intelligenza artificiale (IA) e il suo impatto sul lavoro umano sta diventando sempre più divisivo e ad infiammarlo ancora di più ci hanno pensato le dichiarazioni di Sebastian Siemiatkowski, CEO di Klarna. La fintech svedese, specializzata nei pagamenti rateizzati, sta attraversando una trasformazione significativa che potrebbe ridefinire il futuro del lavoro all’interno dell’azienda. Con una riduzione drastica del personale, Klarna ha visto il suo organico passare da 5.000 a 3.800 dipendenti nell’ultimo anno, con l’obiettivo di ridurre ulteriormente il numero a circa 2.000 unità. Questa riduzione del personale è legata a un uso sempre più massiccio dell’intelligenza artificiale, che sostituirà molte funzioni finora svolte da esseri umani.
Siemiatkowski ha espresso chiaramente la sua visione strategica, che vede l’IA come uno strumento fondamentale per aumentare l’efficienza e ridurre i costi operativi. In un’intervista, il CEO ha sottolineato come l’IA possa sostituire una parte significativa del lavoro umano, mantenendo allo stesso tempo elevati standard di qualità nei servizi offerti. Secondo lui, grazie all’automazione e all’intelligenza artificiale, Klarna sarà in grado di fare di più con meno risorse umane, riducendo drasticamente i tempi di gestione dei problemi e migliorando la soddisfazione dei clienti.
Un esempio significativo di questa trasformazione è l’assistente IA di Klarna, che Siemiatkowski ha descritto come capace di svolgere il lavoro di ben 700 persone, riducendo i tempi di risoluzione dei problemi da 11 minuti a soli 2 minuti. Questa nuova strategia è vista come cruciale per recuperare le perdite finanziarie accumulate dall’azienda negli ultimi anni, soprattutto dopo la sua espansione negli Stati Uniti. Klarna, che aveva raggiunto una valutazione di 46 miliardi di dollari nel 2021, sta ora cercando di migliorare la sua redditività in vista di una possibile quotazione in borsa nel prossimo futuro.
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L’approccio di Siemiatkowski, che include anche il congelamento delle nuove assunzioni, potrebbe segnare una tendenza che altre aziende fintech, e non solo, potrebbero seguire. Tuttavia, questa strategia solleva anche preoccupazioni significative. La crescente automazione potrebbe portare a un aumento dei tassi di disoccupazione e a una riduzione delle opportunità lavorative per molte persone. Inoltre resta da capire se l’intelligenza artificiale sarà davvero in grado di mantenere, o addirittura migliorare, la qualità dei servizi nel lungo termine senza l’apporto umano.
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