La mia compagna Donatella e io vorremo avere un figlio. Lei però pensa ad avere una bambola. La mia compagna è una biologa, per lei tutto quello che succede ha una dimensione molecolare. È sempre che cerca di ottimizzare, di fare le cose nella maniera più veloce e pratica. Col minimo spreco di risorse. Ha proprio una mente razionale. Io sono una persona un po’ più romantica di lei. E voglio davvero un bambino. Lo so, sembra strano detto da un uomo. Ma sento la voglia di paternità. Ho l’età per averlo, ho le risorse, sono pronto. Ma la mia compagna nell’ottica di ottimizzare pensa alle bambole reborn. Leggetevi la chat per sapere cosa mi ha scritto e perche le vuole. Scriverei un papello lunghissimo altrimenti. Non mi sono mai piaciute ste bambole che sembrano bambini veri. Mi fanno un’impressione pazzesca. Certo so che sono terapeutiche e quindi ci sta. Ma la mia compagna non ha ben capito il senso di terapeutico o forse lo ha capito troppo bene. L’ossitocina è l’ormone dell’amore. Il nostro corpo comincia a produrlo dopo 5 secondi di un abbraccio sincero. La serotonina è il neurotrasmettitore del buon umore. Si sviluppa quando facciamo una cosa che ci soddisfa e ci fa stare bene. A me della biochimica non frega nulla. So solo che vorrei un figlio…
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Il nostro fan ha voluto condividere un momento delicato e profondamente personale legato alla relazione con la propria compagna Donatella, con cui ha da tempo avviato un dialogo sul desiderio di diventare genitori. La coppia si confronta da settimane su un tema molto importante: avere un figlio. Ma, come racconta, le differenze tra i due stanno emergendo in modo sempre più netto, al punto da lasciare il nostro amico confuso e spiazzato.
Donatella lavora nel campo della biologia e ha un approccio estremamente razionale a tutto ciò che la circonda. Secondo quanto riferisce il nostro follower, tende sempre a ottimizzare ogni scelta, a ridurre gli sprechi e a cercare soluzioni il più possibile pratiche, anche quando si tratta di temi affettivi. Una mente scientifica, metodica, abituata a ragionare per funzioni e risposte chimiche, più che per emozioni.
Dall’altra parte c’è lui, che si definisce una persona più romantica, più legata alla sfera emotiva. Il suo desiderio di paternità è autentico e profondo. Non lo nasconde, anzi: rivendica con forza la volontà di diventare padre, affermando di sentirsi pronto sotto ogni punto di vista — personale, emotivo ed economico.
Il contrasto tra i due emerge con forza nel momento in cui Donatella introduce nella conversazione una proposta che lascia il nostro fan senza parole: acquistare una bambola reborn, cioè una di quelle bambole iperrealistiche create per somigliare in modo impressionante a un neonato vero.
Secondo quanto racconta, lei vede in queste bambole una possibile soluzione temporanea, forse una forma di simulazione della maternità, forse una risposta alla necessità di stimolare emozioni e sensazioni che, nella sua visione biochimica, sono legate agli ormoni come ossitocina e serotonina. Il nostro fan, invece, percepisce questa proposta come un segnale di chiusura nei confronti di un desiderio che per lui è reale, concreto e umano.
Ammette di sapere che le bambole reborn hanno una funzione terapeutica in certi contesti, ma nel loro caso non riesce a comprenderne il senso. Si dice a disagio e addirittura infastidito da questi oggetti, che trova inquietanti, quasi disturbanti.
Nella parte finale del suo racconto, con grande sincerità, ribadisce ciò che per lui conta davvero: non un surrogato, ma un figlio vero. Una nuova vita da accogliere e crescere, un percorso da fare insieme. Una prospettiva che sente dentro profondamente, al di là di qualsiasi spiegazione scientifica o meccanismo ormonale.
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