Bathroom camping: il nuovo trend social della Gen Z che sceglie il bagno come rifugio

Quando chiudersi in bagno diventa la soluzione alla vita connessa

 

Chi l’avrebbe mai detto che il bagno sarebbe diventato il nuovo luogo del benessere mentale? Eppure su TikTok non si parla d’altro: la Gen Z ha trasformato la stanza più banale della casa nel rifugio perfetto per prendersi una pausa dal mondo. Niente telefono, niente distrazioni, niente notifiche che lampeggiano senza pietà. Solo silenzio, piastrelle e una porta chiusa. È il cosiddetto bathroom camping, un trend che si diffonde con la stessa velocità di un balletto virale.

Negli Stati Uniti lo chiamano “raw dogging”, un nome che suona quasi come un’arte marziale, ma che in realtà indica la pratica di restare soli con se stessi, senza schermi né stimoli esterni. L’idea di base è semplice: se la società ti bombarda di input, chiudersi in bagno diventa la risposta più immediata e, a suo modo, geniale.

Bathroom camping come nuova forma di pausa digitale

Il bagno non è più solo il regno delle riviste impolverate o delle lunghe attese con lo spazzolino in mano. È diventato un luogo neutro, quasi sacro, dove anche pochi minuti assumono il sapore della libertà. TikTok è pieno di video che mostrano ragazzi seduti sul pavimento, chi con un libro, chi con cuffie in testa, chi semplicemente assorto nei propri pensieri.

La forza del bathroom camping sta proprio nella sua universalità: chiunque, in qualsiasi casa, può provarlo. Basta chiudere la porta, bloccare le notifiche (o lasciare il telefono fuori, per i più coraggiosi) e lasciarsi avvolgere da un silenzio che ormai sembra un bene di lusso.

Il bagno come rifugio psicologico

Se agli adulti può sembrare solo una moda, per molti giovani il bagno è davvero un porto sicuro. Nei racconti che circolano online c’è chi lo usa come nascondiglio durante una festa, chi lo associa a momenti di calma dopo una giornata difficile, e chi confessa di aver trovato lì il proprio spazio di protezione in momenti familiari complicati.

Non è un caso che il fenomeno stia riscuotendo tanto successo: in un’epoca in cui la privacy è merce rara, il bagno rappresenta uno dei pochi luoghi impenetrabili, con una porta che si può chiudere davvero. Per qualcuno può sembrare strano, ma per la Gen Z è la versione low cost di una spa personale.

Tra benessere e segnali da non ignorare

Naturalmente, come ogni trend social, anche il bathroom camping ha due facce. Da un lato è una pratica innocua e persino salutare: concedersi tempo per respirare, riflettere o non fare nulla è una forma di cura di sé che andrebbe normalizzata. Dall’altro lato, come sottolineano diversi psicologi, il ritiro prolungato in bagno può nascondere segnali di malessere più profondi, come depressione o ansia.

La differenza sta nell’intenzione: se il bagno diventa un’oasi occasionale per ricaricare le energie, bene. Se invece si trasforma in rifugio costante per sfuggire alla realtà, allora è il caso di chiedersi se non ci sia qualcosa di più serio da affrontare.

Bathroom camping: moda passeggera o stile di vita?

Che si tratti di un trend passeggero o di una nuova abitudine destinata a durare, il bathroom camping racconta molto del nostro tempo. Rivela un bisogno crescente di staccare dal flusso digitale e di ritrovare spazi intimi, anche nei luoghi più impensabili. In fondo, non serve un viaggio esotico per sentirsi liberi: a volte basta una porta chiusa e qualche minuto di pace.

Leggi anche: Gli uomini passano davvero più tempo in bagno delle donne?

La Gen Z ci insegna che il vero lusso oggi non è avere l’ultimo smartphone, ma riuscire a sopravvivere senza usarlo per un po’. E se questo accade in bagno, forse è solo la prova che, quando la vita diventa troppo caotica, la soluzione più ironica e semplice è già sotto i nostri occhi.

@hendorunit Restroom camping #fypシ #relatable ♬ Gymnopédie No.1 / Erik Satie(884659) – BPProject

Share