Il battesimo dell’auto

“Sono Maura e voglio battezzare la mia auto nuova con prete e ricevimento. Ho dei problemi col mio ragazzo che non mi sostiene in niente. Non so se affidargli la mia Maria. La mia auto si chiama Maria. È un nome ufficioso perché ancora non c’è stato il battesimo che spero di fare a breve. Non mi va di girare su un auto sconsacrata, non mi sembra giusto per me e non mi sembra giusto per gli altri guidatori. Ho paura che con un auto non battezzata ho più rischio di fare incidenti perché il maligno si insinua nelle cose non protette dai sacramenti. È una mia paura. Non so cosa dicono le scritture a riguardo. Devo controllare. Io vorrei affidare un compito importante al mio ragazzo. Lui è un tipo allegro. Ci siamo conosciuti in chiesa e mi ha colpito di lui il suo aspetto da arcangelo con occhi celesti. Però non ha le mie stesse idee e spesso mi prende in giro. Io credo che se sei cristiana devi volere battezzare pure la tua auto. Ok, che non è vivente, non ha un anima. Ma è qualcosa che sta con te tutto il giorno. Una cosa che diventa una tua espansione e lo so bene visto che per lavorare devo macinare due ore di strada. Quindi è un po’ il mio involucro e voglio che sia benedetta. Cosa devo fare secondo voi col mio ragazzo? A me sono venuti un sacco di dubbi.”

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Maura, una donna di fede, si trova in disaccordo con il suo ragazzo riguardo a una questione particolare: desidera organizzare una cerimonia di battesimo per la sua nuova auto, che ha affettuosamente chiamato Maria. Condivide con i lettori di “Commenti Memorabili” il suo desiderio di non guidare un’auto “sconsacrata”, credendo che senza una benedizione, il veicolo, e forse anche gli altri guidatori, potrebbero essere più suscettibili alle influenze negative. La preoccupazione di Maura deriva dalla sua convinzione che il maligno possa insinuarsi nelle cose non protette dai sacramenti. Sebbene sia consapevole che un’auto non è un essere vivente e non possiede un’anima, per lei il veicolo rappresenta una sorta di estensione di sé. Dato che trascorre molte ore al giorno guidando per lavoro, considera l’auto come un “involucro” che la accompagna costantemente e, pertanto, desidera che sia benedetta.

Tuttavia, il suo ragazzo, che ha conosciuto in chiesa e che descrive come una persona allegra con un aspetto da “arcangelo”, non condivide le sue convinzioni su questo argomento. Maura riferisce che lui spesso la prende in giro per le sue idee e non la sostiene nei suoi progetti, incluso il battesimo dell’auto. Questa mancanza di sostegno ha portato Maura a dubitare della loro relazione. Maura si rivolge alla comunità online per consigli su come gestire questa situazione con il suo ragazzo, esprimendo incertezza su come procedere. La sua storia mette in luce le sfide che possono emergere nelle relazioni quando le convinzioni personali e la spiritualità giocano un ruolo centrale nella vita quotidiana delle persone.

“Il mio ragazzo dovrebbe fare il padrino, ma non vuole fare il suo dovere. Io sono una donna e sono cristiana. Credo nei sacramenti e desidero che la mia auto sia battezzata. Che cosa è il battesimo? E’ un modo per ricevere la protezione del Signore, un modo per tutelarci dal maligno. Penso è importante farlo e sto provando a organizzare una cerimonia e un ricevimento carini per tutti. Il mio ragazzo però fa lo scemo. Non riesce a capire che per me questa è una cosa seria. Cosa gli sto chiedendo in fondo? Solo di starci vicine, a me e a Maria. Lei ha bisogno di lui. Io non ho fratelli, quindi sarà lui che si occuperà di tutte le incombenze, tipo nutrirla, lavarla, portarla a fare revisioni. Potrebbe essere anche una specie di prova per la paternità. Insomma come vedete il battesimo che voglio dare alla mia macchinina ha tanti significati positivi. Ma lui si ostina a essere cretino. Sono io che mi sto preoccupando di tutto. Lui a solo la pappa in bocca. Non so se a questo punto come convincerlo a fare il suo dovere e comincio a dubitare possa essere un bravo genitore un giorno.”

Maura, profondamente radicata nella sua fede e nelle tradizioni cristiane, desidera estendere la sacralità dei sacramenti anche alla sua vita quotidiana, in questo caso attraverso una cerimonia di battesimo per la sua auto, Maria. Per lei, il battesimo non è un mero rituale, ma un passo essenziale per ricevere la protezione divina, una barriera contro le forze maligne che potrebbero, secondo la sua percezione, influenzare anche oggetti inanimati come un veicolo.

Il suo piano non è solo simbolico ma anche pratico: Maura vede questa cerimonia come un test per il suo ragazzo, una sorta di preludio alla paternità. In assenza di fratelli, prevede che il suo compagno assuma la responsabilità di prendersi cura dell’auto, che include compiti come la manutenzione, la pulizia e le revisioni periodiche, paragonandoli alle cure che un genitore dovrebbe fornire a un figlio.

Tuttavia, si scontra con l’incomprensione e la riluttanza del suo partner, che non solo fallisce nel riconoscere la serietà di questa richiesta per Maura ma sembra anche deridere la sua convinzione. Questa reazione porta Maura a dubitare della sua idoneità come futuro genitore, temendo che la mancanza di sostegno e la noncuranza mostrata in questa situazione possano prefigurare un comportamento simile in questioni future, più significative.

Con un misto di frustrazione e disperazione, Maura cerca consigli su come convincere il suo ragazzo a partecipare attivamente e rispettosamente al battesimo dell’auto, evidenziando la sua crescente incertezza non solo sulla cerimonia ma anche sulla solidità della loro relazione. La sua storia riflette le tensioni che possono sorgere quando le convinzioni personali si scontrano con quelle dei partner, soprattutto quando queste convinzioni hanno implicazioni profonde per il futuro della relazione.

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