Bimba di 8 anni a pesca con il papà trova ossa di mammut di 100.000 anni fa

La scoperta è avvenuta sulle rive del fiume Oka, in Russia. I reperti affioravano dal terreno dopo una frana

Una bambina di 8 anni che pescava sul fiume con il papà ha fatto una scoperta incredibile
Maryam Mirsaitova ha notato alcuni strani oggetti nel terreno che sembravano delle ossa
Il padre ha avvisato le autorità e gli studiosi hanno affermato che si trattava delle ossa di un mammut lanoso
L’animale è vissuto circa 100.000 anni fa
Nell’area indicata dalla bimba è stata trovata anche la vertebra di un bisonte di steppa e un altro osso ancora da identificare

Una bambina di 8 anni in Russia era andata sulla riva del fiume a pescare con il papà e ha fatto una scoperta incredibile. Maryam Mirsaitova si trovava con il padre sulla riva del fiume Oka, vicino a Novinki, nella Russia occidentale, quando ha notato alcuni strani oggetti che affioravano dal terreno, portati alla luce da una recente frana. A prima vista sembravano ossa e il papà ha scattato delle fotografie per inviarle alla Riserva-Museo di Nizhny Novgorod.

Il mammut lanoso

Gli esperti hanno confermato che la bambina aveva trovato l’articolazione di un ginocchio e la tibia inferiore di un mammut lanoso. Le ossa erano ben conservate e dalle dimensioni erano di un mammut adulto vissuto circa 100.000 anni fa.

I mammut lanosi erano comuni nelle gelide regioni settentrionali dell’Europa e dell’Asia a partire da circa 700.000 anni fa. Nella regione in cui Maryam ha trovato i fossili, i pachidermi probabilmente sono esistiti fino a 10.000 anni fa, quando sono scomparsi con la fine dell’era glaciale.

Nell’area indicata dalla bambina è stata anche trovata una vertebra appartenuta ad un bisonte di steppa, un antenato del bisonte moderno vissuto nell’era del Pleistocene (da 2,6 milioni a 11.700 anni fa). Un ulteriore osso presente nel terreno è ancora da identificare.

Il personale del museo ha esortato quanti trovano reperti o fossili a segnalarli alle autorità. Spesso gli oggetti ritrovati finiscono in mani private e non sono quindi disponibili per studi scientifici.