Da circa una decina di anni ho un’amica, Cecilia, che con gli anni è diventata qualcosa di più, è diventata una vera e propria confidente e ringrazio ogni giorno di aver conosciuto una persona come lei. L’ho conosciuta perché entrambe le nostre bambine, che ormai hanno 11 anni, frequentavano lo stesso asilo nido e da lì siamo diventate inseparabili. Anche le nostre figli, di conseguenza, seppur con alti e bassi, sono sempre state amiche e adesso frequentano la stessa scuola e la stessa classe. L’altro giorno, per aggiornarla su alcune questioni piccanti di cui avevamo discusso pochi giorni prima, scrivo a Cecilia su WhatsApp (pensavo fosse Cecilia perché era un numero nuovo entrato in una chat di classe ma aveva palesemente il suo giardino come foto profilo, quindi doveva essere lei). Nel giro di poco però mi accorgo che non è lei bensì sua figlia Martina. Tutto normale direte. Avrà preso un attimo in mano il telefono della mamma e ha risposto lei al suo posto? No. Assolutamente no. Tutto quello che ho scoperto da quel momento in poi è stato traumatico.
Scrivete cosa ne pensate nei commenti di Facebook e Buona lettura!
La nostra fan racconta di avere, da circa dieci anni, un’amica di nome Cecilia. Con il passare del tempo, questo rapporto si è trasformato in qualcosa di molto più profondo, diventando una vera e propria confidenza quotidiana. L’amica spiega di sentirsi grata ogni giorno per aver incontrato una persona come Cecilia, che negli anni è diventata un punto di riferimento importante nella sua vita.
Il loro legame è nato in modo semplice e naturale. Le due si sono conosciute quando le rispettive figlie, oggi undicenni, frequentavano lo stesso asilo nido. Da quel primo incontro è nata un’amicizia che si è rafforzata nel tempo, fino a renderle inseparabili. Di riflesso, anche le bambine hanno costruito un rapporto tra loro. Pur attraversando, come spesso accade tra coetanee, momenti di alti e bassi, sono sempre rimaste amiche e oggi frequentano la stessa scuola e la stessa classe.
La nostra fan racconta che l’altro giorno ha deciso di scrivere a Cecilia su WhatsApp per aggiornarla su alcune questioni piuttosto delicate e personali di cui avevano parlato pochi giorni prima. Il messaggio era destinato all’amica, come sempre. L’amica spiega che non aveva alcun dubbio sull’identità della persona dall’altra parte dello schermo: il numero era nuovo all’interno di una chat di classe, ma la foto profilo mostrava chiaramente il giardino di Cecilia, un dettaglio per lei inconfondibile.
Convinta quindi di scrivere alla sua confidente di sempre, la nostra fan ha inviato il messaggio senza particolari esitazioni. Poco dopo, però, si è resa conto che qualcosa non tornava. Nel giro di alcuni scambi, è emerso che la persona che stava leggendo e rispondendo non era Cecilia, bensì sua figlia Martina.
In un primo momento, l’amica racconta di aver pensato a una situazione del tutto normale. Ha immaginato che Martina avesse preso per un attimo il telefono della madre e avesse risposto al suo posto, magari per gioco o per distrazione. Un episodio che, di per sé, non avrebbe avuto nulla di strano.
Tuttavia, secondo il racconto della nostra fan, la realtà si è rivelata ben diversa. Non si trattava di una risposta occasionale o di un semplice utilizzo momentaneo del telefono. Da quel momento in poi, ciò che è emerso ha assunto contorni molto più complessi e destabilizzanti.
L’amica spiega che, man mano che la conversazione andava avanti, ha iniziato a rendersi conto di una situazione che non avrebbe mai immaginato. Le informazioni e le dinamiche che ha scoperto successivamente le hanno provocato un forte senso di shock. Nel suo racconto utilizza una parola precisa per descrivere ciò che ha provato: traumatico.
La nostra fan conclude spiegando che, da quel momento, nulla è stato più come prima. Quello che doveva essere un semplice aggiornamento confidenziale tra due amiche di lunga data si è trasformato nell’inizio di una scoperta dolorosa, capace di mettere in discussione rapporti, fiducia e certezze costruite in dieci anni di amicizia.
Share