Sì, la cacca dei pinguini può combattere il cambiamento climatico

Il guano dei pinguini e il suo sorprendente effetto sul clima in Antartide

 

Chi l’avrebbe detto che uno dei protagonisti inattesi nella lotta al cambiamento climatico potesse essere il guano dei pinguini? Eppure, pare proprio che questi simpatici abitanti dell’Antartide, oltre a zampettare goffamente tra il ghiaccio, siano anche impegnati, a loro modo, in un’attività climatica non indifferente. Tutto parte dai loro escrementi, ricchi di sostanze azotate, che rilasciano nell’aria grandi quantità di ammoniaca.

Non è una questione di eleganza ma di chimica. Studi recenti, condotti vicino alla base scientifica Marambio, in Antartide, hanno registrato un’impennata nei livelli di ammoniaca ogni volta che il vento soffiava dalle colonie di pinguini Adélie. E non finisce lì: anche dopo che gli uccelli si spostano, i loro “regali” sul terreno continuano a produrre gas a ritmo sostenuto. Uno scenario perfetto per scienziati, un po’ meno per le narici.

Ammoniaca e nuvole: come il guano influenza il clima antartico

L’aspetto curioso, però, è che quest’ammoniaca non si limita a diffondere odori forti. Ha infatti un ruolo fondamentale nella formazione di nuvole. Interagendo con gas solforosi provenienti dal plancton marino, l’ammoniaca contribuisce alla creazione di particelle in grado di far condensare il vapore acqueo. Più particelle, più nuvole. E in Antartide, ogni nuova nube ha il potenziale di modificare localmente l’equilibrio termico.

Le nuvole, si sa, possono sia riflettere la luce solare verso l’alto, raffreddando la superficie, sia intrappolare il calore sotto di sé, come una coperta sottile ma efficace. La presenza di queste formazioni atmosferiche potrebbe quindi agire in due direzioni opposte. Ma considerando che l’Antartide riflette già gran parte della luce per via del ghiaccio, la creazione di nuvole potrebbe contribuire più a trattenere il calore che a respingerlo.

Guano e cambiamento climatico: un’alleanza insolita

Tuttavia, secondo alcuni esperti, proteggere le colonie di pinguini non è solo una questione di biodiversità o simpatia animale. Questi uccelli, attraverso la loro dieta a base di pesce e krill, trasformano ciò che mangiano in un composto atmosfericamente attivo. Non è quindi fantascienza immaginare che tutelare la loro presenza in Antartide possa portare benefici indiretti al clima globale.

I ricercatori hanno osservato, nei periodi di maggiore emissione, anche episodi di nebbia associati a una maggiore concentrazione di particelle nell’aria. Un indizio in più che qualcosa, lassù nell’atmosfera, cambia davvero per colpa (o merito) dei pinguini. Naturalmente, nessuno suggerisce di basare politiche climatiche sul guano, ma il dato resta: la natura trova strade che noi spesso non vediamo.

Proteggere i pinguini per proteggere il clima

Alla fine della giornata, i pinguini fanno solo il loro lavoro: mangiano, nuotano, si accoppiano e… concimano. Ma in questa routine apparentemente innocua, si nasconde un ingranaggio del complesso meccanismo terrestre. Il contributo delle loro emissioni alla formazione di nuvole ci ricorda che, nel sistema climatico, anche le più insolite fonti possono avere un peso.

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Mentre l’umanità discute di CO2, rinnovabili e neutralità climatica, i pinguini ci insegnano che la risposta, a volte, può essere sotto i nostri piedi. O meglio, dietro le loro piume. E se un po’ di guano può aiutare a rallentare il riscaldamento globale, allora forse è il caso di iniziare a guardare i pinguini con ancora più rispetto. Anche se ci costringono a tapparci il naso.

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