Il calco

“Mia moglie vuole fare un calco della mano di nostro figlio e non solo. Spunte, ho una moglie pazza c’è poco da fare. Ormai ne sono sempre più convinto. Un’idea che le è venuta in mente da reel di instagram o cose del genere è fare un calco della manina di nostro figlio. Io la trovo una cosa insana. Insana da diversi punti di vista.
1. Può essere tossica e il nostro bambino intingendo la mano potrebbe avvelenarsi. A quell’età la pelle è molto porosa e meno impermeabile della nostra
2. porta sfortuna. Io penso che se una cosa è simile a un’altra è come se la chiami a te. Quel braccino bianco pare di un cadavere bello stagionato, perché dovrei fare una cosa al braccio del mio bambino??? Che ricordo è?
3. non ne ho bisogno. Ci sono foto e video che i nostri bambini non hanno più un attimo di privacy e tutto quello che fanno finisce registrato, si lasci al gentile oblio del tempo il ricordo preciso della modellazione 3 d del suo braccino.
Vi ho già detto che mia moglie è pazza vero?? Vuole il calco anche di qualcos’altro…”

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Luca si trovava in uno stato di crescente frustrazione riguardo all’ultima idea di sua moglie, Laura, che aveva espresso il desiderio di creare un calco della mano del loro figlio. L’iniziativa, ispirata probabilmente da un video visto su Instagram, era stata accolta con grande scetticismo da Luca, che la considerava non solo bizzarra ma potenzialmente pericolosa e inopportuna per diversi motivi.

Primo, Luca era preoccupato per la sicurezza del loro bambino, sottolineando come i materiali utilizzati per il calco potessero essere tossici. La pelle di un bambino, essendo più porosa e meno impermeabile rispetto a quella di un adulto, potrebbe assorbire sostanze nocive, esponendo il piccolo a rischi di avvelenamento.

Secondo, Luca era convinto che fare un calco del braccio del bambino potesse portare sfortuna. Secondo la sua visione, replicare parti del corpo in modo così realistico poteva avere delle implicazioni negative, associando l’immagine del calco a quella di un cadavere, un pensiero che trovava particolarmente macabro e inappropriato come ricordo di un figlio.

Terzo, evidenziava l’onnipresenza di foto e video come mezzi sufficienti per conservare i ricordi dell’infanzia del loro bambino. Luca riteneva che la privacy dei bambini fosse già abbastanza compromessa dall’abitudine di documentare costantemente ogni momento della loro vita, suggerendo che alcuni ricordi potessero essere lasciati al naturale oblio senza la necessità di ricorrere a repliche tridimensionali dei loro corpi.

Infine, Luca non mancava di esprimere la sua esasperazione riguardo al comportamento di Laura, definendola ripetutamente “pazza” per le sue idee non convenzionali. La richiesta di creare un calco non si limitava solo alla mano del loro figlio, ma Laura aveva in mente anche altri progetti simili, aumentando ulteriormente la preoccupazione e il disaccordo di Luca su questa faccenda.

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