Fonte: Commentimemorabili.it
La musica è stata sempre un elemento fondamentale per le popolazioni di tutto il mondo fin dagli albori delle prime civiltà. Le poche testimonianze archeologiche e fonti storiche giunte fino ai giorni nostri restituiscono una conoscenza parziale della musica che gli uomini producevano sia in termini di scrittura che di esecuzione con gli strumenti.
Uno dei reperti più affascinanti che la storia ci ha restituito è il “Canto Hurrita n. 6”, considerato la più antica composizione musicale conosciuta al mondo, risalente intorno al 1400 a.C. Il testo è scritto su tavolette di argilla incise in cuneiforme babilonese e scoperte negli anni ’50 a Ugarit, un’antica città portuale situata nell’attuale Siria. L’inno è dedicato alla dea Nikkal, divinità degli alberi da frutto, e rappresenta l’unico tra i 29 frammenti ritrovati a essere sufficientemente completo per consentire una ricostruzione musicale moderna.
La decifrazione del testo fu opera della professoressa Anne Draffkorn Kilmer dell’Università della California, che impiegò 15 anni per trascrivere la notazione musicale in una forma comprensibile. Il suo lavoro ha permesso di associare le sillabe del testo ai segni musicali, suggerendo un sistema armonico piuttosto che una semplice melodia. La scoperta ha rivoluzionato la comprensione delle origini della musica occidentale.
L’inno è stato interpretato da vari musicisti contemporanei, tra cui Michael Levy, che ha realizzato arrangiamenti per lira antica, e Malek Jandali, che ne ha proposto una versione per pianoforte. Le interpretazioni variano a causa delle lacune nelle informazioni originali, come l’intonazione e la durata delle note, lasciando spazio alla creatività degli esecutori.
Sebbene esistano frammenti musicali più antichi, come un inno a Lipit-Ishtar risalente a circa 600 anni prima, questi contengono principalmente istruzioni per l’accordatura degli strumenti e non una notazione musicale completa. Pertanto, il “Canto Hurrita n. 6” è riconosciuto come la più antica composizione musicale sostanzialmente completa giunta fino a noi.
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La scoperta non solo offre uno sguardo sulla musica dell’antichità, ma testimonia anche la complessità culturale e spirituale delle civiltà dell’epoca, evidenziando l’importanza attribuita alla musica nei rituali religiosi e nella vita quotidiana.
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