La caregiver

“Sono Maurizia e quest’anno compio 23 anni ma mi sento molto ma molto più vecchia, mi sento vecchia dentro!! Dovete sapere che la mia vita negli ultimi anni è stata, di fatto, una sorta di brutto sogno e quando mi sono svegliata e ho aperto gli occhi, mi sono resa conto che diversi anni mi sono scivolati tra le dita senza che me ne rendessi conto. Mio padre, più vecchio di mia madre di circa 20 anni, si è ammalato quando io avevo 17 anni: dato che sia mia madre che i miei due fratelli maggiori lavoravano io mi sono occupata di lui. Dopo il diploma mi hanno proposto di continuare a fargli da badante – perché quello è alla fine – in cambio di un compenso: questo anche perché nel frattempo i miei due nonni materni erano diventati troppo anziani e, così, le persone con bisogno di assistenza in famiglia erano diventate 3. Ho accettato sia per, lo ammetto, mancanza di idee su cosa fare nella vita, sia perché ritenevo fosse il mio dovere. Oggi i miei nonni sono morti, uno dopo l’altro nel corso dello scorso anno, e mio padre sta sempre peggio. E io ho capito che non posso andare avanti così: lui deve essere ricoverato e io andare avanti con la mia vita.. o meglio: iniziare ad averne una! Non tutti però hanno capito.”

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Una nostra fan di nome Maurizia ha deciso di condividere una parte molto intima e difficile della sua vita. Quest’anno compirà 23 anni, ma racconta di sentirsi molto più grande della sua età, “vecchia dentro”, come lei stessa dice. Il motivo di questo senso di invecchiamento prematuro è legato agli ultimi anni della sua vita, che definisce come un brutto sogno da cui solo ora sta cominciando a risvegliarsi.

Tutto è iniziato quando aveva 17 anni, età in cui il padre – più anziano della madre di circa vent’anni – si è gravemente ammalato. In famiglia, tutti gli altri componenti lavoravano: la madre e i due fratelli maggiori. Per questo motivo è stata lei, la più giovane, a prendersi cura del padre. Dopo aver terminato le scuole, le è stato proposto di continuare a svolgere il ruolo di assistente familiare in cambio di un piccolo compenso. Contemporaneamente, anche i due nonni materni avevano bisogno di assistenza, e Maurizia si è ritrovata improvvisamente a occuparsi di tre persone fragili e non autosufficienti.

Ha accettato questo incarico, racconta, sia per senso del dovere che per mancanza di idee sul proprio futuro. In quel momento le è sembrata la cosa giusta da fare. Ora però, dopo aver perso entrambi i nonni e con un padre in condizioni sempre più gravi, Maurizia ha realizzato che questa non è vita. Non ha mai iniziato davvero a vivere, a costruire un percorso proprio, e sente il bisogno urgente di cambiare.

Il pensiero di far ricoverare il padre la mette a disagio, ma è convinta che sia l’unico modo per iniziare finalmente a costruire una vita per sé. Purtroppo, questa scelta non è stata capita da tutti. Condivide la sua storia per mostrare che anche chi ha dimostrato amore e dedizione può arrivare a un punto in cui ha bisogno di pensare a sé, senza per questo sentirsi egoista.

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