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Il vecchio adagio del “bicchiere di vino al giorno” è tornato sotto la lente della scienza. Non per rovinarci la cena, ma per capire se davvero esista una soglia virtuosa tra brindisi e danni collaterali. In Spagna, infatti, è iniziato lo studio clinico più ambizioso mai avviato sul tema: 10.000 volontari, quattro anni di osservazioni e due gruppi con approcci ben distinti.
A guidare l’impresa è Miguel Ángel Martinez-González, docente di Medicina Preventiva e grande esperto della dieta mediterranea. Lo studio, finanziato con 2,4 milioni di euro dal Consiglio Europeo della Ricerca, mira a fornire risposte solide su un dibattito che da anni divide medici e appassionati di aperitivi.
Chi difende il calice serale punta tutto su polifenoli e antiossidanti, come il resveratrolo, contenuti soprattutto nel vino rosso. Questi composti sono associati a benefici cardiovascolari, miglioramento della funzione dei vasi sanguigni e perfino a un lieve innalzamento del colesterolo buono.
Ma gli entusiasti della teoria dimenticano spesso un dettaglio: la parola chiave è “moderazione”, concetto che ognuno interpreta a modo proprio. Per alcuni significa un bicchiere a pasto, per altri la bottiglia in compagnia è solo una forma di socializzazione mediterranea.
Per mettere ordine, l’University of Navarra ha organizzato i partecipanti in due gruppi ben distinti: uno seguirà un regime di astinenza completa, l’altro potrà concedersi vino e birra, ma solo durante i pasti e seguendo i principi della dieta mediterranea.
I partecipanti, tutti tra i cinquanta e i settantacinque anni, affronteranno controlli annuali, questionari sanitari e incontri periodici con esperti. Il progetto, coordinato in parte anche dall’Università di Valladolid, include un sottostudio specifico sul rapporto tra consumo di alcol e qualità del sonno, perché anche dormire dopo un bicchiere non è esattamente la stessa cosa.
Il punto di forza dello studio sta nel suo disegno metodologico: un trial randomizzato controllato che coinvolge più di 500 professionisti tra medici, nutrizionisti e psicologi. Non si tratta dunque di un sondaggio da bar, ma di una ricerca rigorosa che potrebbe cambiare le linee guida ufficiali in materia.
L’obiettivo dichiarato è chiarire una volta per tutte se il consumo moderato di bevande alcoliche abbia davvero effetti protettivi oppure no. E, importante precisarlo, non si tratta di uno studio pro-alcol: i ricercatori vogliono offrire dati certi, non giustificazioni post-cena.
La scienza, si sa, ha tempi lunghi. Ma con 10.000 persone monitorate per quattro anni, sarà difficile ignorare i risultati. Se ne trarrà un bilancio su malattie cardiovascolari, tumori, salute mentale, invecchiamento e mortalità generale.
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Fino ad allora, il consiglio resta uno: se proprio si sceglie di bere, meglio farlo con misura, durante i pasti e senza trasformare ogni venerdì sera in una rassegna enologica. Perché forse un bicchiere al giorno non toglie davvero il medico di torno, ma almeno può evitare che si presenti troppo spesso.
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