Chef vieta il suo ristorante ai vegani dopo una recensione negativa

John Mountain non ha avuto dubbi: basta vegani nel suo ristorante

 

Un famoso chef britannico ha deciso di bandire tutti i vegani dal suo ristorante di Perth, in Australia, a causa di una recensione negativa sfuggita al controllo e che ha finito per influenzare la valutazione complessiva del ristorante. In maniera concisa, John Mountain ha comunicato attraverso i social network del locale FYRE che per motivi di salute mentale”, tutti i vegani sono stati banditi, in quanto, secondo i media locali, lo chef ritiene che esistano molti spazi pensati per soddisfare le esigenze di chi segue una dieta a base vegetale.

La decisione radicale è stata presa in seguito a un malinteso con una cliente che gli aveva detto in anticipo di aver bisogno di un piatto in linea con le sue abitudini alimentari. Tuttavia, John ha confessato di aver dimenticato la richiesta, poiché stava organizzando una festa privata, e quindi ha potuto offrirle solo un piatto di verdure da 21 dollari. Questo ha spinto la commensale a lasciare un commento su Facebook, in cui ha liquidato le capacità di John Mountain invece di spiegare adeguatamente il suo disappunto. Sfortunatamente, la recensione ha invitato altre persone a valutare negativamente e in modo infondato il ristorante, provocando un calo dei clienti.

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Dopo questa decisione, le prenotazioni sono aumentate a dismisura

È interessante notare che, dopo la drastica decisione, le prenotazioni al ristorante sono aumentate a dismisura, poiché la maggior parte degli utenti ha appoggiato la risoluzione. Infatti, anche altri chef si sono uniti per applaudire la fermezza della dichiarazione. Ecco alcuni commenti: “Vi garantisco che il 99% degli chef di tutto il mondo odia i vegani” o ancora: “Non potrete mai accontentarli. Abbiamo sempre odiato i vegani, tutti gli chef lo hanno fatto”. Da parte loro, gli attivisti vegani considerano il divieto una forma di discriminazione, in quanto la cliente vegana aveva un reclamo valido e condannare un intero gruppo di persone per l’insuccesso di un locale sembra essere lo stesso che negare l’ingresso alle donne o ai musulmani.

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