Le chiavi di casa

Sono Anna e convivo da un anno con il mio compagno Sandro. Entrambi siamo divorziati da anni, io non ho figli mentre lui ha un figlio: Ludovico che ha 17 anni. Ora quando Sandro e la sua ex moglie hanno divorziato (ormai 6 anni fa) si sono fatti la guerra su ogni cosa e anche il figlio ci è andato di mezzo: ora è una gara continua a chi vizia di più Ludovico e lo sgrida di meno. Questo dalle grandi alle piccole cose: assolutamente vietato riprendere il ragazzo per qualsiasi motivo, tassativo coprirlo di regali e soddisfare ogni sua richiesta se solo minimamente possibile. Ludovico vuole la nuova console? Presa! Vuole mangiare la pizza anche se è stata già preparata la cena? Una telefonata e la pizza arriva!! Naturalmente pretendere che il ragazzo impari le regole di civile convivenza di una casa è inaccettabile (poverino!), così come anche solo pensare che debba dare ascolto ai genitori. La parola d’ordine insomma è servirlo e sperare che non faccia troppi danni. Un esempio è la porta di casa: Ludovico ha deciso che non la chiude perché.. perché niente, si scorda, non ha voglia.. Beh, ieri io non ci ho visto più..

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La nostra fan Anna ha voluto raccontare con lucidità e frustrazione una situazione familiare complessa che vive da un anno da quando convive con il compagno Sandro, con cui condivide la quotidianità dopo i rispettivi divorzi. Anna non ha figli, mentre Sandro ha un figlio di 17 anni, Ludovico, che rappresenta il centro delle tensioni domestiche.

Racconta che Sandro e la sua ex moglie, dopo il divorzio avvenuto sei anni fa, hanno iniziato una gara reciproca a viziare Ludovico, evitando qualsiasi richiamo o imposizione di regole per timore di apparire come “il genitore cattivo”. Questo si traduce, nella pratica, in una totale assenza di limiti: ogni desiderio del ragazzo viene soddisfatto immediatamente, che si tratti di comprare l’ultima console o ordinare la pizza all’improvviso, anche se la cena è già pronta, pur di compiacerlo e mantenere la sua approvazione.

Anna descrive con amarezza come ogni tentativo di insegnare a Ludovico le regole della convivenza venga visto come un atto inaccettabile, e come il ragazzo non dia ascolto a nulla di ciò che i genitori provano a dire, forte di un clima che lo porta a sentirsi intoccabile. La parola d’ordine in casa è assecondarlo e sperare che non crei troppi problemi, con Sandro che evita ogni confronto diretto per timore di conflitti.

Il culmine si è raggiunto con una situazione che può sembrare banale ma che per Anna ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso: Ludovico ha l’abitudine di lasciare la porta di casa aperta, semplicemente perché “si dimentica” o “non ha voglia di chiuderla”. Per Anna, che vive in quella casa, questo comportamento è diventato inaccettabile, simbolo di un mancato rispetto delle regole minime di convivenza e della mancanza di responsabilità che il ragazzo continua ad avere senza che nessuno intervenga.

Ieri, racconta Anna, non ci ha visto più, arrivando a dire chiaramente ciò che pensava e facendo scoppiare un confronto che ha deciso di condividere qui per mostrare quanto possa essere difficile convivere con un partner che, pur di non perdere l’approvazione del figlio, rifiuta di porre confini chiari, scaricando così la gestione dei conflitti sulla nuova compagna.

Ha scelto di inviare la chat per raccontare la sua esperienza a chi vive situazioni simili con figli di partner divorziati, tra senso di impotenza, desiderio di rispetto e la fatica di non diventare il “cattivo” della situazione pur chiedendo regole minime di convivenza.

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