Fonte: X
Ci siamo di nuovo: una serie TV lancia una trovata geniale e metà internet si convince che sia tutto vero. Il colpevole, questa volta, è Black Mirror, che nella settima stagione ha introdotto Nubbin, un chip in grado di riattivare i ricordi, modificare la memoria e trasformare la mente in una piattaforma di streaming personale. Fantascienza? Assolutamente sì. Ma provate a dirlo ai milioni di utenti che hanno visto influencer ed ex attori con un cerotto lucido sulla tempia e hanno pensato: “Lo voglio anch’io”.
Il dispositivo, creato dalla fittizia TCKR Systems, è apparso in video virali accompagnati da slogan inquietanti tipo “La realtà perfetta è nella tua mente”. E così, mentre alcuni si chiedevano dove acquistarlo, altri si sono già immaginati una nuova routine serale a base di visioni oniriche e ricordi montati come un reel.
Il bello – o il tragico, dipende dai punti di vista – è che questa campagna pubblicitaria ha funzionato proprio perché sembra possibile. In un mondo in cui i visori di realtà aumentata ci fanno inciampare sul tappeto del salotto e le intelligenze artificiali scrivono le nostre email (e anche questo testo, ma non diciamolo troppo forte), l’idea di un chip che archivia le emozioni sembra solo il prossimo passo logico. Anzi, viene quasi da chiedersi: ma perché non è ancora in commercio?
Il vero merito di Black Mirror non è prevedere il futuro, ma metterci davanti a un presente talmente assurdo da sembrare già un episodio della serie. E Nubbin non fa eccezione: tra memorie editabili, esperienze simulate e una vita sempre più filtrata, siamo già a metà strada tra realtà e distopia.
Quello che stupisce non è tanto il fatto che qualcuno ci sia cascato, ma che la notizia non sembri poi così assurda. Siamo già abituati a condividere ogni singolo pensiero online, a ricevere consigli da algoritmi che ci conoscono meglio di nostra madre e a vivere in una bolla digitale dove tutto è perfetto (o almeno filtrato). A questo punto, il chip dei ricordi non sarebbe nemmeno l’invenzione più strana dell’anno.
La trovata di Black Mirror serve quindi da promemoria: se una tecnologia ci sembra plausibile, è perché siamo già abbastanza condizionati da accettarla senza troppe domande. Non è il futuro che fa paura, ma il fatto che non ci accorgiamo più di esserci dentro fino al collo.
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In definitiva, Nubbin è la bufala perfetta per un pubblico pronto a credere a tutto purché abbia un packaging minimalista e un hashtag accattivante. È il simbolo di un’epoca in cui la finzione è diventata un esperimento sociale, e ogni nuova trovata serve a capire se siamo ancora in grado di distinguere un episodio TV da un comunicato stampa. E visto che ci siamo, una buona notizia: non servono chip per ricordarsi che la realtà, a volte, fa più paura della finzione. Basta leggere i commenti sotto uno di quei video virali per rendersene conto.
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