I grandi classici Disney che furono un flop al botteghino

I film, oggi riconosciuti come dei capolavori di animazione, all’epoca ebbero tiepida accoglienza di pubblico e critica

 

Alcuni dei capolavori d’animazione della Disney, che sono universalmente riconosciuti come tali, si sono rivelati un flop all’uscita al botteghino, facendo registrare delle perdite alla società ed essendo motivo di rammarico per il loro creatore, Walt Disney.

Pinocchio (1940)

Fonte: Facebook

La Disney aveva scommesso sulla storia di Carlo Collodi. La storia sembrava buona: un burattino che sognava di diventare un ragazzo vero. Insieme al suo amico, il Grillo Parlante, viveva molte avventure cercando di sfuggire ai guai e imparando lezioni di vita. Nonostante le premesse, la prima del film Pinocchio fu un clamoroso flop. Complice la crisi economica e l’inizio della seconda guerra mondiale, la pellicola non fu presentata all’estero, generando solo 1,6 milioni di dollari contro i 2,6 milioni spesi. Il film ha poi ottenuto successo negli anni ’80 e ’90, grazie alla vendita in VHS e DVD. Ad oggi è considerato uno dei migliori film d’animazione di tutti i tempi. Nel 1994 il film fu inserito nel National Film registry degli Stati Uniti per essere “culturalmente, storicamente ed esteticamente significativo”.

Fantasia (1940)

Fonte: Facebook

Il film fu realizzato nello stesso anno di Pinocchio, e andò incontro al medesimo flop. Dopo i successi del film di Biancaneve (1938), la Disney pensò a qualcosa di innovativo, creando una storia che unisse animazione e musica classica. Il personaggio di Topolino, che all’epoca stava vivendo un periodo di bassa popolarità, fu inserito come protagonista della serie di cartoni animati musicali.

Il progetto, del tutto sperimentale, portò Fantasia ad essere uno dei primi film commerciali con suono in stereofonia. Questo fece salire i costi di produzione a quasi tre milioni di dollari. Sfortunatamente il costo della tecnologia richiesta e, ancora una volta, la seconda guerra mondiale, impedirono la larga diffusione del film, che incassò solo 2,2 milioni di dollari al botteghino. Fantasia fu riproposto nei cinema del 1942 con le colonne sonore in “mono”, in modo da poter essere proiettato in tutte le sale. In Italia arrivò nel 1946, ma il successo si ebbe con una nuova proiezione nel 1969. I principali fruitori di quella edizione furono gli studenti universitari che lo rivalutarono trovandolo psichedelico.

Alice nel paese delle meraviglie (1951)

Fonte: Youtube

Il film uscì dopo il famosissimo Cenerentola (1950), il cui successo salvò la Disney dalla bancarotta dopo la crisi del dopoguerra. “Alice nel paese delle meraviglie” rischiò però di portare di nuovo l’azienda nel baratro. L’adattamento della Disney alla storia di Lewis Carroll sembrava andare bene, ma guadagnò al botteghino solo 2,1 milioni di dollari contro i 3 di budget. Si dice che il film non piacque affatto  nemmeno a Disney, poiché gli animatori erano in competizione tra loro e non fu realizzato in un clima sereno. Il film fu rivalutato con una nuova edizione uscita negli anni ’70 che ebbe grande successo tra gli studenti dei college che ne apprezzarono la storia.

La bella addormentata nel bosco (1959)

Fonte: Facebook

Fu all’epoca il film più costoso, con i 6 milioni di dollari spesi per la realizzazione. Ebbe 10 anni di gestazione e il film fece il suo esordio solo nelle sale americane, incassando 5,3 milioni. Oltre alle spese folli che avevano quasi paralizzato lo studio, facendo rischiare la bancarotta alla Disney, il tepore con cui la critica accolse il film fece il resto. «Mai più cartoni con principesse» disse uno sconsolato Walt Disney che, nel breve periodo, si dedicò ad un altro genere, con il film La carica dei 101 (1961).

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Disney provò sempre un certo rammarico per “La bella addormentata” che definì «bello e maledetto», senza poter mai sapere che in futuro sarebbe stato rivalutato dalla critica, che ne avrebbe apprezzato i toni cupi, la magnificenza dei disegni e l’armonia dell’animazione.

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