Fonte: Instagram
C’è chi spende soldi in borse di lusso, chi li investe in criptovalute e poi c’è Luiz Hoinkis, imprenditore brasiliano trapiantato a Miami, che ha deciso di investire 50mila dollari in… clonazione canina. Il protagonista di questa vicenda è Lucas, un Boston Terrier con più timbri sul passaporto di un diplomatico. Compagno di vita, di viaggio e persino di degenze ospedaliere, Lucas era molto più di un animale domestico: era una costante con le orecchie a punta e lo sguardo da filosofo zen.
Quando Lucas è morto a causa di un linfoma, Luiz è sprofondato nel dolore. Ma mentre altri si sarebbero rifugiati nei ricordi, lui ha scelto la via scientifica: riprodurre il suo fedele amico, cellula dopo cellula. E così è cominciata la (costosa) avventura della clonazione del cane, un processo che ha portato alla nascita di due nuovi cuccioli: Lucas Prince e Lucas Gabriel.
Il procedimento è stato lungo e, diciamolo, non proprio economico. Tra prelievi cellulari, laboratori specializzati e qualche riflessione esistenziale, Luiz si è ritrovato con due cani geneticamente identici a Lucas. E qui arriva il momento “mistico”. Quando li ha presi in braccio, ha dichiarato di aver sentito di nuovo la presenza dell’originale. Identici nell’aspetto, simili nei comportamenti, quasi come se l’anima canina avesse trovato il modo di duplicarsi.
La clonazione animale non è un tema nuovo, ma solleva ogni volta polemiche. E anche stavolta non sono mancate. C’è chi ha trovato il gesto commovente, chi invece ha storto il naso accusando Luiz di “giocare a fare Dio”. Lui però non si è scomposto. A suo dire, ha semplicemente cercato un modo per non perdere il legame con chi, in vita, gli aveva dato più affetto di molti umani.
Luiz non è il primo a intraprendere questa strada e probabilmente non sarà l’ultimo. Negli Stati Uniti, il business della clonazione di animali domestici è in crescita. Il prezzo resta proibitivo, ma per chi può permetterselo, l’idea di rivedere il proprio amico a quattro zampe è irresistibile. Anche se, a rigor di logica, non si tratta dello stesso cane ma di un suo gemello biologico.
La questione dell’identità animale è tutt’altro che banale. Luiz si è interrogato: “Si può dividere un’anima in due?” E anche se non ha trovato risposta, continua a coccolare i suoi due nuovi Lucas come se fossero la reincarnazione del primo. Per lui, non è una questione di scienza, ma di cuore.
Alla fine, la clonazione del cane per Luiz è stata un’esperienza di rinascita. Dice che i nuovi arrivati gli hanno ridato la voglia di alzarsi la mattina. Qualcuno parla di miracolo, lui non contesta. Dichiara solo che “non si può dare un prezzo alla pace ritrovata”. Anche se, in realtà, il prezzo è stato ben preciso: 50.000 euro.
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Sarà un lusso discutibile, ma in un’epoca in cui si clona di tutto, dai geni al caffè, forse non sorprende più di tanto che anche l’affetto si possa replicare. O almeno, provare a farlo. Per Luiz, l’importante è che Lucas – o i suoi due cloni – continuino a scodinzolare. E in fondo, per chi ama davvero il proprio cane, potrebbe anche avere senso. Se non altro, più senso di un NFT.
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