Come addolcire il caffè senza zucchero: la strana (ma efficace) idea di aggiungere il sale

Quando il dolce non è zucchero: il trucco di molti baristi e perché potrebbe piacere anche a te

 

C’è chi il caffè lo prende amaro come la vita, chi lo zucchera come se non ci fosse un domani, e chi invece si è arreso all’ascesa dei dolcificanti ipocalorici. Ma ora c’è una nuova tendenza che, a prima vista, sembra una provocazione da social: mettere un pizzico di sale nel caffè per addolcirlo. No, non è uno scherzo né una punizione divina per chi ha dimenticato di comprare lo zucchero. È una tecnica reale, testata e approvata da chef, scienziati e appassionati della nera bevanda.

Il sale come alternativa allo zucchero: cosa dice la scienza

In apparenza, aggiungere il sale a qualcosa che si vuole rendere più dolce suona come un controsenso. Ma il nostro palato non ragiona secondo logica aristotelica. Il cloruro di sodio (sì, il classico sale da cucina) agisce mascherando l’amaro naturale del caffè. Questo significa che la bevanda non diventa dolce in senso stretto, ma risulta percepita come più equilibrata e meno aspra.

Secondo un articolo pubblicato su Nature, il sodio ha la capacità di interferire con i recettori gustativi che rilevano l’amaro, attenuandone la percezione. Ed ecco spiegato il miracolo: il sale non rende dolce il caffè, ma lo rende meno amaro, facendo emergere note più morbide e rotonde.

Perché il sale nel caffè funziona (e non è poi così strano)

In diverse culture, l’uso del sale nel caffè non è affatto una novità. In Vietnam, per esempio, il “cà phê muối” è una bevanda molto popolare: si tratta di caffè con latte condensato e una spruzzata di sale. Anche in Svezia e in alcune regioni della Turchia, il caffè salato è una tradizione. E in tempi recenti, questa pratica ha iniziato a farsi largo anche tra i baristi più curiosi in Occidente.

Non si tratta solo di una questione di gusto, ma anche di equilibrio. Un pizzico (e sottolineiamo: un pizzico) di sale può contrastare eccessi di acidità, valorizzare gli aromi nascosti del caffè e trasformare un espresso bruciacchiato in qualcosa di più gradevole. Il trucco, però, è tutto nella quantità. Troppo sale e il risultato è imbevibile. Troppo poco e non cambia nulla. La misura perfetta? Un quarto di cucchiaino per ogni tazza, ma puoi iniziare anche con meno.

Il parere degli esperti (e quello degli scettici)

La food scientist Alton Brown, celebre negli Stati Uniti, è da anni una sostenitrice del sale nel caffè. Secondo lei, aiuta a “neutralizzare il sapore bruciato di alcune tostature troppo aggressive”. Anche alcuni baristi professionisti hanno sperimentato questa tecnica, notando un miglioramento nella complessità del gusto.

Certo, non mancano gli scettici. C’è chi sostiene che si tratti solo di una moda passeggera da TikTok, buona giusto per sorprendere gli amici. Ma a ben vedere, la scienza sembra dare ragione a chi osa. E diciamolo: con un consumo sempre più consapevole di zuccheri, cercare alternative gustose e funzionali è tutt’altro che una cattiva idea.

Quando provarlo (e quando evitarlo)

Il sale nel caffè può essere una svolta, ma non è per tutti i palati. Se ami il gusto deciso e tostato di un espresso amaro, potresti trovare la bevanda troppo “morbida” con questo trucco. Se invece hai sempre cercato un modo per ridurre lo zucchero senza dover ricorrere ai dolcificanti artificiali, vale assolutamente la pena tentare.

Il consiglio è di provarlo prima con il caffè filtrato o l’americano, dove l’amarezza è più pronunciata e il sale può fare una vera differenza. In ogni caso, evita di salare il caffè direttamente in tazza al bar: il barista potrebbe guardarti come se avessi chiesto un cappuccino con la maionese.

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