Fonte: Pixabay
Spesso si tende a considerare l’ansia come un tratto caratteristico della propria personalità, che non può essere modificato. In realtà, si tratta della manifestazione di un disagio, che può essere gestita con l’aiuto di un esperto. A quali campanelli di allarme dovremmo fare attenzione per capire se soffriamo di ansia? In primo luogo, alla sensazione di sentirsi sotto pressione ed esposti a giudizio quando ci troviamo in situazioni di socialità e convivialità.
Gli ambiti in cui potremmo avvertire disagio sono numerosi, e vanno da quello accademico, scolastico e professionale, fino ad arrivare ai contesti più informali. Qualcuno potrebbe obiettare che sia più che normale provare ansia in ambienti nuovi, o in situazioni in cui siamo chiamati a svolgere una performance. Quel che dobbiamo tenere a mente è che il disagio avvertito risulta patologico quando appare eccessivamente intenso e incontrollabile, al punto da sfociare persino in attacchi di panico.
Il sentimento principale che prova chi soffre di ansia è la vergogna: tendiamo a non sentirci all’altezza di chi abbiamo avanti e temiamo il loro giudizio. Il timore, infatti, è quello di apparire noiosi, poco interessanti o stupidi.
Il fatto di manifestare comportamenti tipici dell’imbarazzo, poi, ci rende ancora più insicuri: arrossire, balbettare o inciampare non fa altro che peggiorare la situazione. Un campanello di allarme inequivocabile che segnala che soffriamo di ansia è proprio quello che ci spinge ad evitare di prendere parti a quelle situazioni che scatenano in noi le emozioni negative.
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Ad esempio, evitare di presentarci agli esami universitari, oppure non partecipare alle feste. In altri casi, possiamo evitare il contatto visivo, parlare a voce bassa e distogliere l’attenzione da noi stessi. In sostanza, l’ansia diventa patologica quando interferisce con le normali attività quotidiane: se avvertiamo di non riuscire a portare a termine dei compiti perché ci sentiamo sopraffatti, potrebbe essere arrivato il momento di chiedere aiuto per recuperare la serenità perduta e la felicità che meritiamo.
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