Fonte: Pexels
Bere un caffè la sera non è solo una cattiva idea per addormentarsi: ora sappiamo che la caffeina fa molto di più che tenerti sveglio. Secondo una ricerca della University of Montreal, il cervello sotto effetto della caffeina continua a lavorare anche quando teoricamente stai dormendo. Non stiamo parlando di sogni creativi, ma di una vera e propria alterazione delle onde cerebrali che regolano il sonno profondo.
Gli scienziati hanno osservato che la caffeina rende il cervello più “complesso”, portandolo a uno stato chiamato criticalità, una condizione a metà tra ordine e caos. Perfetta per risolvere sudoku e prendere decisioni brillanti, meno adatta per un sonno ristoratore. E così, invece di rilassarsi, il cervello resta in modalità brainstorming, anche mentre tu credi di riposare.
Il test ha coinvolto 40 volontari sottoposti a due notti di monitoraggio cerebrale: una con placebo, l’altra con 200 milligrammi di caffeina (l’equivalente di due caffè medi). Il risultato? Meno onde delta, theta e alpha, cioè quelle tipiche del sonno profondo e rigenerante. In parole povere, meno “reset” notturno e più iperattività fuori orario.
E chi è più colpito da questo effetto? I giovani adulti tra i 20 e i 27 anni, che hanno nel cervello una maggiore concentrazione di recettori dell’adenosina, la molecola che ci fa sentire stanchi la sera. La caffeina, bloccando questi recettori, ci dà quella carica tanto amata di giorno. Ma di notte, mantiene acceso il cervello come fosse un call center 24 ore su 24.
La scoperta principale dello studio è che il cervello caffeinato durante il sonno non si rilassa: rimane in uno stato d’allerta, il che compromette i suoi meccanismi di recupero. La fase di sonno non-REM, quella deputata alla riorganizzazione della memoria e alla manutenzione generale della mente, viene sabotata dalla troppa attività neurale.
Sebbene questo stato di “iperfunzionamento” possa sembrare vantaggioso per la produttività, il sonno non è il momento giusto per stimolare la creatività. La notte dovrebbe servire a ricaricare le batterie, non a far girare il cervello come una centrifuga di caffeina.
Leggi anche: Qual è l’ora migliore per bere il caffè?
Gli autori dello studio sottolineano che comprendere questi meccanismi è essenziale, dato l’uso quotidiano e trasversale della caffeina. Non solo nel caffè, ma anche in tè, bevande energetiche, cioccolato e farmaci. Un’abitudine innocente può diventare una sabotatrice silenziosa del nostro benessere notturno. Il messaggio non è eliminare il caffè dalla faccia della Terra, ma imparare a conoscerne i limiti temporali. Magari evitando la tazzina delle 21 che promette compagnia ma ti lascia con una notte intera in bianco e il cervello che balla la samba sotto le lenzuola.
Share