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Internet è uno strumento ormai imprescindibile per la nostra quotidianità: sia sul lavoro che nel tempo libero, piattarfome e risorse digitali ci consentono di informarci su quanto accade nel mondo e comunicare con chiunque. Cosa succederebbe al nostro cervello se facessimo a meno di internet? È questa la domanda a cui ha cercato di rispondere una ricerca condotta dagli studiosi dell’Università della British Columbia (Canada) e dell’Università del Texas.
Lo studio ha coinvolto un campione di 400 persone, composto da studenti e adulti in età lavorativa, con un’età media di 32 anni. Ai partecipanti è stato chiesto di scaricare un’applicazione in grado di bloccare l’accesso del proprio smartphone a Internet. L’app è stata usata per due settimane, pur consentendo ai volontari di continuare a effettuare telefonate e inviare messaggi. All’inizio e alla fine dello studio i partecipanti sono stati invitati a completare un questionario finalizzato a misurare la funzionalità cerebrale e il benessere mentale.
L’assenza di internet sui propri dispositivi ha ridotto drasticamente il tempo trascorso davanti allo smartphone, passando da una media di 314 inuti a una di 161 minuti al giorno. Gli effetti di questo cambiamento sul cervello sono stati davvero sbalorditivi. Infatti, dopo appena 14 giorni gli scienziati hanno notato un miglioramento della cosiddetta attenzione sostenuta, ovvero della capacità di concentrarsi su un argomento.
Non solo: la disintossicazione da intenet ha avuto conseguenze positive anche sulla salute mentale delle persone. Il 90% dei partecipanti alla ricerca, infatti, ha affermato di aver riscontrato miglioramenti nel proprio benessere personale e una maggiore soddisfazione rispetto alla propria vita. Secondo i ricercatori, questi cambiamenti sono dipesi dal fatto che, rimanendo senza accesso alla rete, i volontari hanno trascorso più tempo a socializzare, a fare sport e stare in mezzo alla natura.
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Commentando l’esito dello studio, i ricercatori hanno dichiarato: “Gli smartphone hanno cambiato drasticamente le nostre vite e i nostri comportamenti negli ultimi 15 anni, ma la nostra psicologia umana di base rimane la stessa. La nostra grande domanda era: siamo adattati a gestire una connessione costante a tutto in ogni momento? I dati suggeriscono di no“.
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