Cos’è l’insoddisfazione stagionale dell’immagine corporea che rovina l’estate (e la prova costume)

La Seasonal Body Image Dissatisfaction non fa sconti: ecco perché d’estate ci sentiamo tutti un po’ sbagliati

 

L’estate dovrebbe essere la stagione dei gelati, dei tramonti e della leggerezza. Invece, per molti diventa la stagione del disagio fisico e mentale. Sì, perché con l’arrivo del caldo arriva anche l’invasione silenziosa di una sindrome poco conosciuta ma molto diffusa: la SBID, acronimo di Seasonal Body Image Dissatisfaction, ovvero l’insoddisfazione corporea stagionale. Un nome lungo quanto l’elenco delle insicurezze che ci colpiscono quando tiriamo fuori il costume dal cassetto.

Questa sensazione non è frutto della nostra immaginazione. Studi e statistiche lo confermano: circa il 70% delle persone sperimenta un aumento del disagio legato al proprio corpo proprio nei mesi più caldi. Non è difficile capirne il motivo. Il corpo si scopre, gli sguardi aumentano, lo specchio diventa giudice implacabile. Ogni centimetro di pelle sembra doversi giustificare.

Insoddisfazione corporea stagionale: una trappola estiva

Quella che dovrebbe essere una stagione spensierata si trasforma in un reality show involontario, in cui tutti ci sentiamo concorrenti. Il solo fatto di indossare una maglietta lunga o un pareo viene letto come un atto di difesa. E così si finisce intrappolati in un gioco di auto-sorveglianza continua. Un costume da bagno diventa un esame da superare, con la paura del giudizio altrui come voto finale.

Ma non è solo il contesto reale a mettere pressione. I social network fanno la loro parte. Basta scorrere pochi minuti su Instagram o TikTok per essere bombardati da post motivazionali travestiti da suggerimenti estetici. “Summer ready”, “corpo da spiaggia”, “shape your season”: slogan che, più che ispirare, finiscono per schiacciare. E il confronto, si sa, è l’anticamera dell’insoddisfazione.

I social non aiutano (anzi, peggiorano le cose)

Secondo un’analisi su oltre 600.000 tweet, è proprio la primavera a segnare il boom di contenuti legati al dimagrimento. Il messaggio arriva chiaro e forte, anche se non invitato: se non hai il corpo giusto, l’estate non fa per te. E non importa se modifichi un selfie senza pubblicarlo: anche solo il gesto di “aggiustare” la propria immagine contribuisce a minare l’autostima.

Il confronto non risparmia nessuno, ma colpisce più duramente chi già parte da una condizione di fragilità. Gli adolescenti, ad esempio, sono tra i gruppi più esposti alla SBID, così come chi ha una bassa autostima o convive con disturbi legati all’umore o all’alimentazione. Per queste persone, il caldo porta con sé non solo il sole, ma anche un carico di ansie difficile da gestire.

Chi è più a rischio SBID?

Per alcuni, l’estate diventa una stagione in cui ci si sente obbligati a mostrarsi, anche quando l’unico desiderio è sparire. La pressione di apparire in forma non è solo fastidiosa: può diventare pericolosa, alimentando sentimenti di inadeguatezza e isolamento. Tutto questo mentre il resto del mondo sembra divertirsi tra selfie in spiaggia e storie filtrate.

Leggi anche: Azienda di bikini usa un modello maschile per mostrare il costume da bagno femminile

E allora, forse è il momento di ridimensionare la famosa “prova costume” e ricordarsi che la stagione estiva non dovrebbe mai trasformarsi in una competizione estetica. Perché l’unica cosa davvero fuori luogo, in fondo, è credere che il proprio corpo debba essere “pronto” per qualcosa. Tranne, forse, per godersi l’estate senza giudizi.

Share