Cultura aziendale tossica: 8 giovani su 10 sono pronti a lasciare il posto di lavoro

Il 50% dei dipendenti delle generazioni Z e Millennial si sente stressato sul lavoro

 

Il burnout, associata allo stress cronico sul lavoro, è sempre più diffuso tra i lavoratori. Secondo un sondaggio condotto dal McKinsey Health Institute su 30.000 dipendenti in 30 paesi, infatti, il 22% a livello globale sperimenta sintomi di burnout. Tra le cause abbiamo conflitti interpersonali, mancanza di chiarezza riguardo a compiti, responsabilità e obiettivi, e pressione legata alle tempistiche e al carico di lavoro. Tutto ciò può portare a confusione, stress e scarsa produttività.

In Italia le cose vanno un po’ meglio, dato che il 16% dei dipendenti ha segnalato sintomi di burnout. Dato meno consolante è il fatto che il 43% ha riferito di essere esausto e di provare stanchezza fisica e mentale. I più a rischio sono i dipendenti di aziende più piccole che non ricoprono posizioni manageriali e i lavoratori più giovani.

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Cosa succederebbe se si migliorasse il benessere dei dipendenti

Il 50% dei dipendenti appartenenti alle generazioni Z e Millennial si sente stressato sul posto di lavoro per la maggior parte del tempo e l’80% sarebbe disposto a rassegnare le dimissioni a causa di una cultura aziendale tossica. Per migliorare il benessere dei dipendenti si chiede un ambiente di lavoro positivo che consentirebbe loro di stare meglio e di essere più innovativi e performanti. E non solo perché porterebbe a una maggiore attrattività dei talenti, una migliore soddisfazione del cliente e performance aziendali superiori. Infine, dato da non sottovalutare, si andrebbe ad avere un miglioramento in termini economici che nel Regno Unito potrebbe oscillare tra 130 e 370 miliardi di sterline all’anno (6-17% del PIL).

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