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A volte, innocui e silenziosi; altre, assordanti e pestilenziali. Indipendentemente dalla letalità per l’altrui olfatto e incolumità, i peti sono accomunati da caratteristiche ben precise: ecco cosa sapere. Qual è l’origine delle flatulenze? Il 10-20% dei gas responsabili delle puzzette è composto da aria ingerita mangiando velocemente, bevendo bibite gassate o fumando. E il resto? È opera dei batteri presenti nel nostro intestino. Il loro ruolo, contrariamente a quanto si possa pensare, è estremamente importante e positivo: essi, infatti, contribuiscono alla formazione di importanti nutrienti e proteggono l’apparato digerente.
I gas intestinali prodotti dai batteri, nella fattispecie, sono cinque. Incredibile ma vero: sono completamente inodore. Perché, allora, i peti puzzano? Il cattivo odore ha origine da minime quantità di solfuro di idrogeno, ammoniaca e altre sostanze prodotte da particolari ceppi batterici. Attenzione: alcuni di questi componenti sono infiammabili. Si tratta, in particolare, del metano e dell’idrogeno. Lo sanno bene i più impavidi, che per goliardia hanno provato a dare fuoco alle trombe: non fatelo a casa.
Il nostro appassionante viaggio nel fantastico mondo delle flatulenze non è ancora finito. Appurati gli elementi che determinano l’odorosità delle puzzette, non ci resta che svelare a cosa si deve la loro scoppiettante uscita dal didietro. Il rumore dei peti è dovuto allo scoppio delle bolle di aria ingerita. Gas come ossigeno, azoto e CO2, infatti, tendono ad aggregarsi nell’apparato digerente, per poi esplodere al momento della fuoriuscita.
Vi siete mai chiesti quale sia la temperatura media di un peto? Gli scienziati sì: approssimativamente si aggira intorno ai 37 gradi. Quante puzzette fate in media al giorno? Niente bugie: tutti emettono peti quotidianamente. Secondo le statistiche, infatti, il nostro deterano ne spara mediamente 12-13, liberandole a una velocità di 11 km/h.
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Infine, non ci resta che svelare la dieta pro-puzzette. Tra gli alimenti che favoriscono l’emissione di peti rientrano legumi e cibi ricchi di zolfo, come uova e formaggi.
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