Fonte: Pixabay
La superstizione legata ai gatti neri ha radici profonde nella storia europea, in particolare durante il Medioevo. In quel periodo i gatti neri erano associati a streghe, eretici o persino manifestazioni del diavolo.
Questa credenza portò a persecuzioni in cui molti gatti neri furono uccisi, specialmente durante i processi alle streghe. Inoltre, si credeva che i gatti neri fossero servitori malvagi e soprannaturali delle streghe, inviati da Satana, o che le streghe stesse si trasformassero in felini per compiere atti di stregoneria. Si pensava che la loro presenza portasse tristezza e malinconia e che fossero crudeli e spietati, capaci persino di attaccare e cavare gli occhi alle loro vittime. Per prevenire questi supposti mali, i gatti venivano bruciati o gettati dalle torri delle chiese. Spesso quando venivano catturati, erano sottoposti a feroci torture prima di essere uccisi. Paradossalmente, alcuni storici suggeriscono che la decimazione dei gatti contribuì alla diffusione della peste nera, poiché diminuirono i predatori naturali dei ratti, principali portatori della malattia.
In alcuni paesi europei, come Germania, Francia o Inghilterra, la festa di Ognissanti iniziava con il rogo di scatole e sacchi pieni di gatti vivi. In Scozia si organizzava annualmente la “cena del diavolo”, durante la quale i felini venivano impalati e arrostiti vivi. A Parigi, durante la notte di San Giovanni, i gatti venivano bruciati alla presenza del re, e nelle fiere una delle attrazioni più visitate era il tiro al gatto, che consisteva nell’introdurre l’animale in un cesto e colpirlo con frecce per ucciderlo.
Queste superstizioni hanno avuto conseguenze durature. Ancora oggi, i gatti neri sono meno adottati rispetto ad altri felini, a causa dei pregiudizi persistenti. Tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che tendono ad avere un carattere più docile e sono capaci di convivere armoniosamente con altri gatti.
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In alcune culture, come in Giappone e nel Regno Unito, i gatti neri sono considerati portatori di prosperità e buona fortuna. Ad esempio, in passato, alcuni pirati portavano a bordo un gatto nero come segno di protezione e fortuna, oltre che per controllare la presenza di roditori sulla nave.
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