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C’è chi il latino non lo ha mai studiato, eppure si trova regolarmente a farne uso nella vita di tutti i giorni. È questo, in fondo, il bello delle lingue: la permeabilità e la versatilità delle parole, in grado di superare il tempo e lo spazio. Altro che lingua morta: ecco tutte le espressioni latine che usiamo ogni giorno senza accorgercene. Alzi la mano chi, al termine di una lunga lista o di un racconto prolisso, è solito concludere il discorso con la parola eccetera. Ebbene, si tratta di un termine derivato dal latino et cetera, ovvero “e le altre cose”.
Il famoso p.s. che usiamo in calce a una lettera o a una mail non è altro che l’abbreviazione di post scriptum, ovvero “scritto dopo”. Del resto, nell’antichità, quando si scrivevano lettere a mano, era impossibile tornare indietro per modificare un passo. Quindi, l’unico modo per aggiungere qualcosa era scriverlo alla fine. Altre tre parole latine a cui ricorriamo abitualmente sono gratis, deficit e habitat. Originariamente, la prima indicava un dono o un favore, finendo poi per acquisire l’accezione di omaggio in italiano. Il secondo vocabolo significa letteralmente “manca” ed era usato nei registri contabili latini per indicare le uscite che superavano le entrate. Infine, a portare in auge habitat (ovvero “egli/ella abita”) furono gli scienziati del Settecento, che a impiegare questa espressione per descrivere con precisione le condizioni ambientali ideali per ogni specie.
Proseguiamo il nostro viaggio all’insegna delle parole latine a cui ricorriamo abitualmente ancora oggi con delle celeberrime locuzioni: honoris causa, usata quando si conferisce una laurea a chi si è distinto in un certo ambito, pur non avendo condotto studi specialistici in merito, e carpe diem, che invita a cogliere l’attimo godendo del presente.
Come non citare, poi, l’espressione tabula rasa? Essa si usa per fare riferimento a una circostanza completamente eliminata dalla memoria. Le sue origini affondano nell’antica Roma, dove si impiegavano tavolette di legno ricoperte di cera su cui si scriveva con uno stilo. Per riutilizzarle, bisognava raschiare via la scrittura, ricorrendo alla parte piatta dello stilo. In questo modo, si faceva “tabula rasa”.
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Tra le espressioni latine più utilizzate nel mondo del lavoro ci sono senza dubbio curriculum vitae e vademecum. La prima ha cominciato a diffondersi nel Medioevo. All’epoca, le poche persone alfabetizzate, come monaci e notai, documentavano il loro percorso con registri e lettere ufficiali. Da qui, il termine “corso della vita”. Vademecum, invece, significa letteralmente “vieni con me” e al giorno d’oggi indica una guida pratica, da portare sempre con sé, per svolgere un certo compito. E voi, quante di queste parole usate abitualmente?
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