“mi chiamo Maria e da quasi un anno assisto una signora anziana sulla sedia a rotelle. Fisicamente ha diversi problemi, ma intellettivamente è sveglissima e dà punti alle persone più giovani. Purtroppo la signora, come mi è capitato spesso facendo questo lavoro, negli anni è stata abbandonata un po’ a se stessa. Ha due figlie, ma nessuna delle due la considera più di tanto. Magari passano a trovarla, si assicurano che ci siano i beni di prima necessità e le medicine e vanno via dopo 10 minuti. Non la curano per niente da un punto di vista umano. Non so se riesco a spiegarmi.
Come vi dicevo la signora è davvero in gamba dal punto di vista mentale, ma le figlie la trattano da anziana malata, se fosse per loro dovrebbe solo stare a casa, a letto o a guardare la tv. Un giorno però una delle figlie è passata da casa e non ci ha trovate…allora ha cominciato a tempestarmi di chiamate (io di solito rispondo sempre, ma avevo erroneamente tolto la suoneria non l’ho fatto apposta) e allora mi ha scritto su whatsapp e ne è nata la conversazione che vi mando. Qualcuno sarà d’accordo con me, qualcun altro forse no…ma io vorrei che il messaggio contenuto in questa conversazione arrivasse forte e chiaro.”
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La nostra fan Maria ha voluto raccontare un’esperienza significativa legata al suo lavoro di assistente domiciliare. Da quasi un anno si prende cura di una signora anziana costretta su una sedia a rotelle. Nonostante le difficoltà fisiche, la donna si distingue per una lucidità mentale sorprendente e per una vivacità intellettuale che, secondo Maria, supera quella di molte persone più giovani.
Nel tempo, però, Maria ha potuto osservare con rammarico una realtà che, purtroppo, non le è nuova: l’abbandono emotivo da parte dei familiari. La signora ha due figlie, ma nessuna delle due sembra realmente interessata alla sua vita quotidiana. Quando la vanno a trovare, si limitano a controllare che ci siano i beni essenziali e le medicine, rimanendo per pochi minuti prima di andarsene. Un comportamento che, a detta della nostra follower, evidenzia una mancanza di attenzione dal punto di vista umano, affettivo ed emotivo.
Maria racconta che, nonostante la madre sia pienamente lucida, le figlie continuano a trattarla come una persona incapace, relegandola a una vita fatta solo di letto e televisione, come se fosse priva di desideri o stimoli. Una visione riduttiva e mortificante, che non tiene conto della personalità viva e presente della donna.
Uno degli episodi più emblematici è avvenuto quando, un giorno, una delle figlie è passata dall’abitazione e non ha trovato né la madre né Maria. In quel momento ha iniziato a chiamarla insistentemente, ma Maria – a causa della suoneria disattivata – non ha potuto rispondere. Così è arrivato un messaggio su WhatsApp, da cui è nata una conversazione significativa.
La nostra amica ha deciso di condividere questa chat non per creare polemiche, ma perché crede che il messaggio contenuto in quelle parole meriti di essere ascoltato. Un messaggio che parla di dignità, di autonomia e del diritto degli anziani di continuare a vivere, non solo a esistere.
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