Fonte: Commentimemorabili.it
Come trascorreva il tempo a scuola un bambino del medioevo? Scrivendo e facendo disegni, proprio come gli scolari moderni. A testimoniare che l’infanzia è sempre la stessa in ogni epoca, società, cultura, è un prezioso documento arrivato dal XIII secolo che riporta gli appunti e i disegni di un bimbo di 7 anni di nome Onfim.
Nel 1951 un gruppo di archeologi scoprì nella città russa di Novgorod i primi testi in corteccia di betulla dell’antica Russia, e ad oggi ne sono stati rinvenuti più di 1.200. Prima dell’avvento della carta, la morbida corteccia di betulla veniva incisa con strumenti di metallo o osso ed era molto usata per via della sua facile reperibilità a basso costo, in sostituzione della pergamena. Le dimensioni dei testi su corteccia di betulla variano, ma la maggior parte ha le dimensioni di una cartolina.
La città di Novgorod era nel medioevo un importante centro commerciale e, come tale, vantava alti tassi di alfabetizzazione. In questa realtà dinamica visse il piccolo Onfim, che ebbe la fortuna di frequentare una delle scuole cittadine.
I manufatti sono giunti fino a noi grazie alle condizioni uniche del terreno di Novgorod: un suolo argilloso povero di ossigeno che ha impedito la degradazione della corteccia. Tra i 1200 testi rinvenuti, e che trattano per la maggior parte di transazioni commerciali o di trascrizioni di passi biblici, gli scritti del piccolo scolaro spiccano per l’eccezionalità del contenuto, poiché sono una delle più antiche e rare opere realizzate da bambini. I disegni di Onfim mostrano le tipiche attività di uno scolaro della sua età. Si tratta di figure stilizzate, tra cui autoritratti, scene di battaglia e creature fantastiche.
Tra i suoi disegni più celebri, vi è un autoritratto in cui il bimbo si raffigura a cavallo, armato di lancia, nell’atto di sconfiggere un nemico. Questo specifico disegno suggerisce una fantasia di eroismo e avventura, comune tra i bambini di ogni epoca. Altri disegni includono figure di animali, come cavalli e un drago. Ci sono poi anche scritte in cirillico che indicano tentativi di apprendimento dell’alfabeto, come la ripetizione dell’alfabeto stesso o l’esercizio di singole lettere e parole.
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I disegni rivelano che, nonostante le differenze culturali e temporali, la natura fondamentale dell’infanzia (come il gioco, la fantasia, il desiderio di imparare e l’espressione creativa) è rimasta sorprendentemente costante. Le incisioni di Onfim ci permettono di immaginare un bambino del XIII secolo che, proprio come i bambini di oggi, scarabocchiava e disegnava, sognando avventure ed esercitandosi con la penna.
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