Voglio condividere con voi e con i lettori questa conversazione che ho avuto con il mio relatore della tesi magistrale. Mi chiamo Lucrezia e mi sono laureata nel 2022, ho passato un anno lavorando, ma ho capito che volevo di più. Avendo spulciato i progetti di dottorato, ho deciso di mandare la domanda e provare a candidarmi. Mi è stato consigliato, da diversi amici che lo hanno fatto in precedenza, di scrivere al mio relatore per eventuali consigli e per richiedergli una lettera di referenze, da allegare alla domanda. Quindi, detto fatto. Ho scritto al mio professore della magistrale che mi aveva seguita durante la stesura della tesi per chiedergli una mano, ma il modo in cui mi ha risposto mi ha lasciata a bocca aperta. È stato molto scortese e qualcosa non mi quadrava… Ad un certo punto mi sono anche arrabbiata, perché non credevo ai miei occhi mentre leggevo i suoi messaggi. Ero molto fiera del mio lavoro, avevo fatto un lavorone. Infatti, il giorno della discussione, era piaciuta a tutti e mi sono laureata con 109/110, comunque un bel voto. Niente… lascio a voi i commenti!
Scrivete cosa ne pensate nei commenti di Facebook e Buona lettura!
La nostra fan, Lucrezia, ha deciso di raccontare una recente conversazione avuta con il relatore della sua tesi magistrale, un episodio che l’ha profondamente delusa. Laureata nel 2022, dopo un anno di lavoro ha sentito il desiderio di fare di più e ha deciso di candidarsi per un dottorato. Dopo aver consultato i progetti disponibili, ha iniziato il processo di candidatura, sapendo che una lettera di referenze sarebbe stata fondamentale.
Su consiglio di alcuni amici che avevano già affrontato lo stesso percorso, Lucrezia ha scritto al professore che l’aveva seguita durante la stesura della tesi. Il suo intento era semplice e chiaro: chiedere consigli utili e, se possibile, una lettera di referenze. Si sentiva motivata, preparata, e soprattutto fiera del lavoro svolto in passato. Ricorda, infatti, che la sua tesi era stata ben accolta e che, in sede di discussione, aveva ricevuto commenti molto positivi, arrivando a laurearsi con 109 su 110.
Quello che non si sarebbe mai aspettata, però, è stata la risposta del professore. La nostra follower descrive i toni utilizzati come scortesi e del tutto inaspettati. Qualcosa, fin da subito, le è sembrato fuori posto nei suoi messaggi, al punto che ha iniziato a innervosirsi. La conversazione, riportata nella chat, mostra chiaramente il contenuto che l’ha fatta arrabbiare.
Lucrezia si è sentita colpita non solo nel merito, ma anche nel rispetto. Non riusciva a credere che una richiesta fatta con educazione e fiducia potesse ricevere un’accoglienza tanto fredda e distante, soprattutto da una persona che aveva seguito da vicino il suo percorso accademico.
Nonostante l’amarezza, ha voluto condividere questa esperienza per offrire uno spunto di riflessione su come, a volte, anche nel mondo universitario, possano mancare l’ascolto, il supporto e un minimo di riconoscenza per l’impegno passato.
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