Fonte: Instagram
Immaginate di svegliarvi e poter trasformare il vostro sogno della notte in un mini film da guardare sullo schermo del vostro computer. Questo è il principio dietro il Dream Recorder, un dispositivo open-source sviluppato dallo studio olandese Modem. Non stiamo parlando di lettura del pensiero o di una macchina che scandaglia le onde cerebrali, ma di un sistema che usa l’intelligenza artificiale per creare immagini partendo da una descrizione vocale del sogno appena terminato.
Il funzionamento è semplice ma ingegnoso. L’utente racconta a voce il sogno al risveglio, il software analizza il linguaggio e lo trasforma in prompt per l’AI, che genera immagini oniriche assemblate poi in un piccolo video. Il risultato assomiglia a un dipinto in movimento che riflette emozioni, colori e sensazioni vissute durante il sonno, senza mai pretendere di essere una riproduzione fedele e scientifica del sogno stesso.
Il progetto è completamente open-source: chiunque può scaricare i file per stampare in 3D il dispositivo e acquistare componenti elettronici economici, per un costo complessivo di circa 300 euro. L’idea di Modem è stimolare la curiosità e la creatività, offrendo uno strumento che permette di esplorare la relazione tra linguaggio, immaginazione e tecnologia. Non è un gadget commerciale, ma uno strumento speculativo per chi vuole giocare con il proprio mondo interiore.
Il Dream Recorder non registra l’attività cerebrale né cattura onde neurali: tutto parte dopo il risveglio, quando l’utente narra il sogno. Questo significa che la qualità del video dipende dalla precisione della descrizione vocale e dalla capacità dell’intelligenza artificiale di interpretare le parole in immagini coerenti. In pratica, ogni film onirico sarà unico e leggermente soggettivo, ma proprio questa caratteristica lo rende affascinante e creativo.
Il Dream Recorder rappresenta una sorta di diario onirico del futuro. Invece di scrivere ogni notte le proprie avventure notturne su carta, ora è possibile visualizzarle in video, analizzarle e magari condividere le proprie visioni con altri appassionati di tecnologia e creatività. La tecnologia diventa così un ponte tra immaginazione e narrazione, senza sostituire il valore dell’esperienza personale.
In più, il progetto invita a riflettere sul ruolo delle intelligenze artificiali nell’esplorazione della mente e della memoria. Non si tratta di cercare messaggi nascosti o segreti dell’inconscio, ma di creare strumenti che amplifichino la capacità creativa dell’individuo e offrano nuovi modi per osservare il mondo dei sogni.
Nonostante l’entusiasmo, il Dream Recorder ha limiti chiari: il video non è mai una copia oggettiva del sogno, ma una trasposizione artistica basata sulla voce dell’utente. Gli appassionati di tecnologia, psicologia o creatività possono però vedere in questo strumento un’occasione unica per sperimentare con la narrazione digitale, il linguaggio e la memoria visiva.
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Il futuro dei diari onirici potrebbe quindi essere sempre più digitale, interattivo e creativo, con dispositivi come il Dream Recorder che trasformano la mente in cinema personale. Per ora, il sogno resta ancora nostro, ma con l’aiuto dell’intelligenza artificiale possiamo esplorarlo e condividerlo come mai prima d’ora.
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