È possibile accendere un fuoco sott’acqua? [+VIDEO]

In alcune specifiche circostanze la fiamma può alimentarsi sott’acqua. Ecco quando

 

Sebbene l’acqua sia comunemente utilizzata per spegnere gli incendi, esistono circostanze specifiche in cui il fuoco può effettivamente bruciare sott’acqua. In ambienti controllati, come durante operazioni di saldatura subacquea, è possibile mantenere una fiamma accesa sott’acqua utilizzando attrezzature specializzate.​

Il “triangolo del fuoco” riprodotto sott’acqua

Il principio fondamentale del “triangolo del fuoco”, che richiede calore, combustibile e ossigeno, si applica anche sott’acqua. La fiamma subacquea si forma quando si usano torce da saldatura per effettuare determinati lavori. Le torce sono dotate di doppio tubo: uno fornisce ossigeno puro e l’altro un combustibile. Questa combinazione permette di generare e mantenere una fiamma anche in assenza dell’ossigeno atmosferico, consentendo operazioni come il taglio di metalli conduttivi attraverso tecniche particolari. ​

Tuttavia i fuochi subacquei sono confinati a contesti specifici e controllati. Un esempio di incendio non controllato si è verificato invece nel Golfo del Messico nel luglio 2021, quando una perdita in un oleodotto ha causato un incendio sulla superficie dell’oceano, in cui a bruciare era il combustibile fuoriuscito. Tali eventi sono rari e generalmente evitabili con adeguate misure di sicurezza.​

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Per quanto riguarda la composizione dell’acqua, sebbene contenga idrogeno, un gas altamente infiammabile, e ossigeno, l’acqua stessa non è infiammabile. Questo perché gli atomi di idrogeno e ossigeno nell’acqua sono legati chimicamente in una molecola stabile (H₂O), che ha già rilasciato l’energia che avrebbe potuto essere utilizzata per la combustione. Pertanto, l’acqua non può bruciare, nonostante contenga elementi che, separatamente, sono coinvolti nella combustione.

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