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Gli elefanti africani non si spostano in modo casuale, ma pianificano i loro percorsi per ottimizzare il consumo di energia. Una recente ricerca dell’Università di Lena ha dimostrato che questi animali scelgono percorsi meno faticosi e si dirigono verso zone con abbondante vegetazione e fonti d’acqua. Questa scoperta aggiunge un nuovo tassello alla nostra conoscenza del comportamento di questi grandi mammiferi.
Gli elefanti, a causa della loro mole, necessitano di grandi quantità di cibo ogni giorno. Tuttavia il reperimento delle risorse è un’attività dispendiosa dal punto di vista energetico. Lo studio ha rivelato che il 94% degli esemplari evita pendii ripidi e terreni accidentati, dimostrando una consapevolezza ambientale che li porta a scegliere percorsi più efficienti. Inoltre, il 93% degli elefanti analizzati ha mostrato una preferenza per aree con maggiore vegetazione, confermando che la disponibilità di cibo è un fattore determinante nella scelta degli spostamenti.
Per comprendere meglio questi comportamenti, i ricercatori hanno esaminato i movimenti di 157 elefanti nel Kenya settentrionale per un periodo di 22 anni. Utilizzando un innovativo modello di analisi chiamato ENERSCAPE, hanno stimato i costi energetici dei loro viaggi, considerando fattori come la massa corporea e la morfologia del terreno. I dati satellitari hanno permesso di costruire mappe dettagliate dei paesaggi energetici frequentati dagli elefanti, permettendo di capire quali aree preferiscono e perché.
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Le scoperte di questo studio hanno importanti implicazioni per la tutela degli elefanti. Con la continua frammentazione dell’habitat, sapere come questi animali scelgono i loro percorsi può aiutare a progettare aree protette e corridoi di migrazione per minimizzare il contatto con l’uomo. Inoltre, comprendere i loro schemi di movimento può aiutare a prevedere come reagiranno ai cambiamenti climatici, che influenzano la disponibilità di cibo e acqua. Il team di scienziati intende ora approfondire lo studio, considerando altri fattori come le variazioni stagionali, i disturbi umani e il cambiamento climatico. L’obiettivo finale è sviluppare modelli sempre più precisi per proteggere gli elefanti e garantire la loro sopravvivenza in un mondo in continua trasformazione.
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