Essere l’amante: come trasformare una delusione in un glow up da manuale

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Essere l’amante: come trasformare una delusione in un glow up da manuale

| 13/05/2025
Fonte: Pixabay

Essere l’amante: guida ironica alla tua trasformazione spirituale tra bugie, silenzi e nuovi tagli di capelli

  • Non sei più l’amante. Sei l’eroina della tua personalissima commedia romantica con finale felice (e colonna sonora a scelta)
  • Ogni messaggio che non ti ha inviato è un favore. Meno tempo perso a interpretare emoji ambigue
  • Il karma esiste, ma tu sei più veloce. Ti ha lasciato con il cuore a pezzi? Rispondi con un feed Instagram che fa impallidire la sua timeline
  • Non devi dimostrare niente a nessuno. Ma se proprio vuoi farlo, fallo con classe. E magari con un vestito nuovo
  • Il glow up non è vendetta. È guarigione. E il bello è che, quando succede, nessuno potrà dire che è merito suo. Perché sei tu ad aver fatto tutto. Senza lui

 

Essere l’amante è un po’ come essere un personaggio secondario in una telenovela: hai pochissime battute, entri in scena solo quando la trama si complica e vieni sempre nominata, mai mostrata. Nessuno dice: “Da grande voglio essere l’amante”. Eppure, eccoci qui. Un giorno sei al supermercato a scegliere tra il latte scremato e quello di mandorla, e il giorno dopo ti ritrovi a googlare “come capire se un uomo sposato ti ama davvero” con l’ansia di un liceale prima dell’orale di maturità.

Sì, perché inizia tutto con un “tra me e mia moglie è finita”, che ha lo stesso livello di credibilità di un “domani inizio la dieta”. Ti fidi, ci credi, ti convinci che “questa volta è diverso”. Poi ti ritrovi a nasconderti dietro un cespuglio per vedere se la sua macchina è davvero parcheggiata dove ti ha detto. E capisci che sei finita in un episodio di Black Mirror, solo senza budget per la scenografia.

Non una tragedia, ma un’opera di formazione (con più mascara e notifiche disattivate)

Ora, non facciamo le vittime. Perché se è vero che tutto questo ha dell’assurdo, è anche vero che è proprio qui che inizia la magia. No, non quella dove lui lascia la moglie e ti porta a Parigi (quella succede solo nei film e nelle bugie dette dopo il secondo gin tonic), ma quella dove tu, da comparsa, ti trasformi nella protagonista del tuo glow up personale. Spoiler: niente effetti speciali, solo un’enorme dose di autoconsapevolezza e un rossetto nuovo.

È scientificamente provato – lo dice la psicologia, mica solo noi su TikTok – che dopo un’esperienza emotivamente devastante può scattare il fenomeno del post-traumatic growth. Tradotto: una crisi sentimentale può trasformarti nella versione 2.0 di te stessa. È come se il tuo cuore, stanco di fare la vittima, decidesse di iscriversi in palestra e aprire un blog.

Improvvisamente dormi meglio, mangi meglio, ti ricordi com’era non avere l’ansia da “visualizzato alle 23:47 e poi il nulla cosmico”. Ti guardi allo specchio e, tra un cerotto emotivo e l’altro, noti una luce diversa. No, non è la ring light: sei proprio tu.

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Glow up post-relazione: la vendetta è vivere bene (e con la frangia)

Parliamo del famigerato glow up. No, non è solo una questione estetica – anche se diciamolo, la nuova te con la frangia ha un certo non so che. È un’intera rivoluzione interiore, un rebranding completo. Dalla bio di Instagram alla playlist su Spotify, tutto parla chiaro: nuova vita, chi dis?

Vediamolo nel dettaglio:

  • Cambio look radicale: Capelli? Tagliati. Frangia? Ovviamente. È il tuo modo di dire al mondo: “Ho sofferto, ma ora sono cool e misteriosa”.
  • Fitness revival: Cominci con due squat per distrarti, finisci che ti iscrivi a Pilates e ti fai l’abbonamento annuale. Non per lui, ma per la te del futuro. Quella con l’autostima alle stelle e il lato B da urlo.
  • Pulizia digitale profonda: Foto, messaggi, audio da tre minuti in cui spiegava perché “non può lasciarla adesso”… eliminati. Profilo bloccato, chat archiviata, playlist sentimentali trasformate in inni alla rinascita. Beyoncé approva.
  • Ritorno a sé stesse: Terapia, journaling, astrologia. Ogni strumento è valido pur di ricordarti che non sei mai stata l’opzione. Sei sempre stata il premio.

Nel frattempo lui? Lui resta nella sua routine fatta di sensi di colpa, una relazione tiepida e notifiche silenziate. Ogni tanto potrebbe perfino scrivere un “Come stai?” alle 2 di notte, ma tu non rispondi più. Perché sei impegnata. A vivere. A fiorire. A brillare.

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