Eteropessimismo: quando le donne non si fidano più degli uomini (e non hanno tutti i torti)

Dal disincanto alla sfiducia: la lunga storia dell’eteropessimismo

 

Non è solo una moda social, ma un sentimento antico con un nome nuovo: eteropessimismo. Lo ha coniato Asa Seresin, sociologo e studioso di sessualità, per descrivere quella “disaffezione performativa” verso l’eterosessualità che oggi sembra diventata la colonna sonora delle relazioni moderne. Una sorta di ironico “non ci credo più”, espresso con battute, meme e un pizzico di rassegnazione.

Le reazioni ai post sull’argomento si moltiplicano: donne e uomini che riflettono su un modello di relazione che pare non reggere più. E in effetti, la pazienza femminile sembra esaurita — non con l’amore, ma con il patriarcato travestito da partner moderno.

Dai social alla realtà: casi che fanno perdere fiducia negli uomini

Il problema non nasce nel vuoto. Basta guardare i recenti episodi che hanno fatto discutere: il gruppo Facebook “Mia moglie”, dove oltre 30mila iscritti scambiano contenuti sessisti, o il sito Phica.eu, che normalizza comportamenti tossici e irrispettosi. Non stupisce, quindi, se molte donne si chiedono perché dovrebbero fidarsi.

Intanto negli Stati Uniti spopola Tea Dating Advice, l’app che consente alle donne di recensire gli uomini con cui escono. Se la fiducia è merce rara, almeno c’è il feedback. Ma dietro la leggerezza si nasconde un disagio profondo: una stanchezza collettiva che non è più silenziosa.

Una crisi che riguarda entrambi i generi

Lo psicologo Tiziano Cerulli osserva che molti uomini faticano a mettersi in discussione, chiusi tra orgoglio e paura. «Ricevo più donne in terapia, gli uomini temono di affrontare le proprie fragilità», spiega. Il risultato? Un mondo relazionale bloccato, dove le donne si sentono esasperate e gli uomini spaesati.

Nei commenti c’è chi, come Fabsko21, teme che oggi “l’uomo debba giustificarsi a priori” e chi, come Est-Mars, invita a non fermarsi alla sfiducia: “Il cambiamento passa dal riconoscere che anche il machismo limita la libertà maschile”.

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Verso nuove relazioni (forse più sane)

Forse è tempo di “ribaltare la prospettiva”. Guardare al bello e al buono, smettere di generalizzare, e tornare a dialogare invece di difendersi. Le donne non vogliono più dire troppi “sì” per abitudine, ma nemmeno chiudersi per stanchezza. Se l’eteropessimismo è un sintomo, la cura potrebbe essere proprio questa: rimettere al centro l’ascolto, da entrambe le parti con meno cinismo e più coraggio.

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