Far ascoltare musica agli animali porta loro dei benefici? [+VIDEO]

Un cantautore francese ha condotto un esperimento nello zoo di Branféré suonando musica dal vivo vicino agli animali

 

Al Parco zoologico di Branféré, in Francia, musicisti professionisti suonano di fronte ad animali di varie specie. Non si tratta di momenti di svago per intrattenere i turisti in visita allo zoo, bensì di un progetto scientifico che vuole verificare se la musica influenzi positivamente il comportamento degli animali.

Il progetto

L’idea è nata da un’intuizione personale e quasi poetica: può la musica, linguaggio universale degli esseri umani, favorire benessere anche negli animali? A porsi la domanda il cantautore francese Plumes, il quale ha notato che le mucche della fattoria di sua nonna sembravano calmarsi quando lui cantava per loro. Colpito da questo effetto, ha contattato Alexandre Petry, direttore del Parco di Branféré, per proporre di ripetere l’esperienza in modo strutturato, con animali di diverse specie e in un contesto scientifico. Il direttore ha accolto positivamente la proposta, coinvolgendo anche un team di etologi dell’Università di Nanterre per impostare un protocollo osservativo.

Le performance musicali non sono registrazioni, ma esibizioni dal vivo della durata di sette minuti, in mezzo alla natura, con strumenti acustici come voce, chitarra, flauto o arpa. Gli artisti si posizionano a distanza dagli animali, per non interferire con il loro spazio o provocare stress, ma abbastanza vicini da essere uditi chiaramente.

Le reazioni degli animali alla musica

I comportamenti degli animali sono monitorati per cinque minuti prima, durante l’esibizione e cinque minuti dopo, così da avere dati comparativi su eventuali variazioni legate alla musica. Il progetto si svolge in un’area dello zoo che ospita animali semi-liberi, tra cui okapi, giraffe, gibboni, wallaby, anatre, gru coronate che vivono in ampi spazi naturali. La varietà delle specie coinvolte offre una vasta gamma di risposte comportamentali e biologiche da analizzare, considerando le differenze sensoriali e cognitive tra mammiferi, primati e uccelli.

Anche se lo studio è ancora in corso e non ha ancora prodotto risultati scientifici pubblicati, alcune osservazioni preliminari sono degne di nota. Un okapi, inizialmente distratto, si è voltato verso la musica e ha osservato con attenzione l’artista per alcuni secondi prima di allontanarsi. Un siamang, una specie di gibbone, ha reagito in modo agitato durante la performance: si è mosso nervosamente, ha cambiato postura e ha lasciato un’escremento subito dopo l’esibizione, segno di possibile stress o eccitazione.

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In altri casi, animali come anatre e wallaby sembravano mostrare una maggiore coesione di gruppo e tranquillità durante e dopo le sessioni musicali, ma servono più dati per confermare.

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