“Allora io sono Simona e lavoro come insegnante, mentre come secondo lavoro ho una attività on line con un certo seguito. Come insegnante di solito faccio supplenze annuali alla scuola pubblica, ma quest’anno sono stata contattata da una scuola di recupero anni appena aperta nella mia città: mi hanno proposto di insegnare la mia materia (che preferisco non dire per ragioni di privacy) per l’intero anno con la promessa che, se si fossero trovati bene con me, la nostra collaborazione sarebbe continuata anche negli anni successivi! Ovviamente ero molto felice!! Mi hanno fatto firmare il contratto in cui era indicata anche la paga oraria: io ho partita iva e mi hanno detto che alla fine la cifra indicata all’ora sarebbe stata al netto delle tasse… si trattava di molto poco ma ho accettato anche a fronte della promessa che in futuro lo stipendio sarebbe aumentato. Tutto è stato scritto sul contratto. Dopo un paio di mesi presento la mia bella fattura… e me la rifiutano sostenendo che hanno deciso di pagarmi meno!!!! Ma ci rendiamo conto??? E non finisce qui!! Allego tutta la discussione così vedete anche come ho risolto e mi sono fatta alla fine pagare!!”
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La nostra fan, Simona, racconta la sua esperienza professionale come insegnante e come imprenditrice online. Simona lavora principalmente come insegnante facendo supplenze annuali presso scuole pubbliche, ma quest’anno ha ricevuto un’offerta da una nuova scuola di recupero anni scolastici che ha appena aperto nella sua città. L’offerta consisteva nell’insegnare la sua materia per un intero anno scolastico, con la promessa di una possibile collaborazione continuativa negli anni successivi se il suo lavoro fosse stato soddisfacente. Simona era comprensibilmente entusiasta della proposta e ha accettato con entusiasmo.
Dopo aver accettato l’offerta, Simona ha firmato un contratto in cui era specificato anche il compenso orario. Avendo una partita IVA, le era stato detto che la cifra indicata nel contratto era al netto delle tasse, anche se non particolarmente alta. Tuttavia, Simona aveva deciso di accettare le condizioni anche perché c’era la promessa di un possibile aumento dello stipendio in futuro, tutto chiaramente riportato nel contratto.
Dopo alcuni mesi di lavoro, Simona ha emesso la sua prima fattura, ma con grande sorpresa e indignazione, la scuola ha rifiutato di pagarla secondo quanto concordato. Le hanno comunicato che avevano deciso di pagare una cifra inferiore rispetto a quella stabilita nel contratto. Simona esprime tutto il suo sconcerto di fronte a questo cambiamento improvviso e ingiustificato, sottolineando la gravità della situazione e l’atteggiamento scorretto della scuola.
La vicenda non si ferma qui. Simona ha deciso di condividere tutta la discussione avvenuta con la scuola, spiegando come ha gestito la situazione e come, alla fine, è riuscita a ottenere il pagamento che le spettava. Invita chi legge a prendere visione della conversazione per comprendere meglio le dinamiche e per vedere come ha saputo affrontare e risolvere il problema con determinazione, facendo valere i suoi diritti professionali.
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