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La guarigione delle ferite è un processo fondamentale per la sopravvivenza degli organismi viventi. Recenti studi scientifici hanno evidenziato una sorprendente anomalia: gli esseri umani, pur essendo tra le specie più evolute, guariscono molto più lentamente le loro ferite rispetto ad altri mammiferi, compresi i nostri parenti più stretti come scimpanzé e babbuini.
La scoperta ha spinto i ricercatori a indagare le cause biologiche ed evolutive alla base di tale differenza. Capire perché la pelle umana si rigenera più lentamente potrebbe avere importanti implicazioni in ambito medico, dermatologico ed evoluzionistico.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, ha confrontato i tassi di guarigione di lesioni cutanee tra esseri umani, primati non umani e roditori. Mentre scimpanzé, babbuini e roditori mostravano tempi simili nel recupero, gli esseri umani risultavano significativamente più lenti. Per esempio, la pelle umana guarisce in media ad una velocità di circa 0,25 millimetri al giorno, contro i 0,6-0,8 millimetri al giorno osservati in scimmie e roditori.
Una delle spiegazioni principali di questa lentezza è legata all’evoluzione della pelle umana. Nel corso mi milioni di anni abbiamo perso gran parte dei peli corporei e sviluppato un numero maggiore di ghiandole sudoripare per regolare la temperatura corporea. Questo cambiamento ha portato ad un ispessimento dello strato superiore della pelle (l’epidermide), in particolare dello strato corneo, che costituisce una barriera più rigida e meno permeabile, rallentando così il processo di guarigione delle lesioni.
Un altro fattore che potrebbe influire è il nostro sistema immunitario. Sebbene molto efficace, la risposta infiammatoria umana potrebbe essere più intensa e durare più a lungo, contribuendo a rallentare il rimodellamento dei tessuti danneggiati.
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Infine, l’evoluzione culturale potrebbe aver avuto un ruolo. Grazie all’uso di abiti, rifugi, medicine, gli esseri umani potrebbero aver perso parte della pressione selettiva a guarire velocemente, a differenza degli animali selvatici che devono riprendersi rapidamente per sopravvivere.
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