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Certe storie sembrano uscite da una commedia all’italiana, ma questa è cronaca vera e arriva da Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso. Durante il ponte di Ferragosto, un giovane automobilista è stato fermato per un controllo dell’alcoltest da parte della polizia municipale. Il risultato? Decisamente oltre il limite consentito. A quel punto, come da prassi, gli agenti gli hanno ritirato la patente e lo hanno invitato a chiamare una persona di fiducia per tornare a casa.
Peccato che la scelta del ragazzo non sia stata delle più fortunate. Alla guida dell’auto “di soccorso” è infatti arrivato il padre, deciso a riportare il figlio sano e salvo. Solo che, al momento di parcheggiare davanti alla caserma, l’uomo ha mostrato una certa disinvoltura – diciamo pure “creatività” – nelle manovre, attirando l’attenzione degli agenti.
A quel punto, la curiosità è diventata sospetto. Gli agenti hanno deciso di sottoporre anche il padre al test, scoprendo che anche lui aveva superato i limiti di legge per l’assunzione di alcol. Insomma, come in certe scene da film, il secondo giro di etilometro ha confermato un perfetto “passaggio di testimone” familiare. Il risultato è stato identico per entrambi: denuncia per guida in stato di ebbrezza e ritiro della patente. Nessuna eccezione, nemmeno per la “missione di salvataggio” del genitore.
La scena, per quanto grottesca, offre un amaro spunto di riflessione. In un periodo dell’anno in cui i controlli sulle strade aumentano, l’episodio di Castelfranco Veneto mostra come l’imprudenza possa colpire anche in doppia dose. Nonostante le campagne di sensibilizzazione e i continui appelli alla sicurezza, l’abitudine a mettersi al volante dopo aver bevuto resta purtroppo radicata.
Secondo quanto riferito dalla polizia municipale, i controlli continueranno con rigore, specie nelle ore notturne e nei weekend festivi, proprio per prevenire situazioni simili. “L’attenzione deve restare alta” – hanno dichiarato gli agenti – “da parte sia degli organi di vigilanza sia dei cittadini stessi, chiamati a un forte senso di responsabilità”.
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Padre e figlio, ora accomunati da una doppia denuncia e due patenti ritirate, sono diventati involontariamente protagonisti di una storia che potrebbe tranquillamente finire in un manuale di “cosa non fare dopo una serata al bar”. L’episodio, oltre a suscitare inevitabili ironie, serve da monito per ricordare che la guida in stato di ebbrezza è un rischio concreto per sé e per gli altri.
In fondo, la morale è semplice: se si alza il gomito, meglio alzare il telefono per chiamare un taxi o un amico sobrio. Perché a volte, come insegna la cronaca di Castelfranco Veneto, la solidarietà familiare è ammirevole… ma non quando si condivide anche il tasso alcolemico.
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