Fidanzata a noleggio: impazza il business della solitudine moderna

Fidanzata a noleggio: compagnia su prenotazione e portafoglio leggero

 

Nella società dove tutto si può acquistare, mancava solo una fidanzata a ore. Il vuoto è stato colmato prima in Giappone e poi in Australia, dove sempre più uomini hanno deciso di affrontare il sabato sera senza piatti da asporto e serie tv in solitaria. La “girlfriend experience” ha avuto però un regolamento piuttosto rigido e una tariffa tutt’altro che romantica.

Il cliente tipo ha avuto tra i 18 e i 60 anni, e ha cercato compagnia per cene, eventi pubblici, picnic e matrimoni. L’idea è stata semplice: affittare una persona che possa comportarsi come una fidanzata – con tanto di scambi di battute e selfie – ma senza legami o aspettative. O almeno così sulla carta.

Regole rigide per una fidanzata a noleggio: niente intimità

A differenza dei servizi di escort, le fidanzate a noleggio non hanno potuto rimanere sole con il cliente né varcare la soglia di casa. In Giappone, dove il servizio ha avuto origine, chi ha infranto queste regole ha rischiato il licenziamento immediato. Anche in Australia le agenzie hanno mantenuto una linea di condotta molto chiara, al fine di evitare ogni possibile malinteso sentimentale o legale.

Un’esperienza simile è stata raccontata dal creator australiano Jorden Tually, che ha partecipato a un appuntamento documentando tutto online. Il conto finale ha superato i 410 euro, tra cena e spese varie. Ha ammesso di essersi sentito inizialmente a disagio, ma di aver colto nel servizio un’occasione per prendere sicurezza e rompere il ghiaccio con l’universo femminile.

Compagnia pagata: sollievo momentaneo o illusione?

Secondo gli esperti, però, il rischio di fraintendere la natura di questi incontri è stato elevato. Samantha Jayne, specialista in dinamiche affettive, ha chiarito che l’effetto del servizio poteva essere controproducente: sapere che la persona accanto fosse lì solo in cambio di denaro avrebbe potuto acuire il senso di solitudine, invece di ridurlo.

Anche Susie Kim, consulente di Sydney, ha invitato a usare il servizio con cautela. Ha consigliato di considerare le fidanzate a noleggio come un supporto temporaneo, non un’alternativa alle relazioni reali né una forma di terapia. Insomma, compagnia sì, ma senza confondere il copione con il sentimento.

Fidanzata a pagamento: un rimedio costoso alla solitudine

La vera domanda è se questo tipo di esperienza abbia davvero risposto a un bisogno emotivo o abbia soltanto rappresentato un tappabuchi relazionale. In un mondo dove un giovane su quattro si è dichiarato solo ogni giorno, trovare modi per colmare il silenzio è diventato un affare redditizio. Ma ciò che costa caro non sempre vale altrettanto in termini emotivi.

Il boom del servizio ha sollevato anche questioni etiche e psicologiche, ponendo l’attenzione su quanto la società moderna abbia faticato a costruire relazioni autentiche. Se da un lato pagare qualcuno per sorridere alle battute e fingere interesse ha funzionato nel breve termine, dall’altro ha rischiato di trasformare l’affetto in una transazione e non in un legame reale.

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Affetto a pagamento, cuore in leasing

La fidanzata a noleggio ha rappresentato l’ennesima frontiera dell’economia della solitudine. Una soluzione temporanea, forse utile per superare la timidezza o sentirsi meno isolati, ma che ha mostrato tutti i suoi limiti. Perché alla fine, anche se ben vestita e puntuale, una relazione costruita a tariffa oraria ha avuto difficoltà a competere con la spontaneità, la reciprocità e soprattutto l’autenticità.

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