Figli grandi problemi grandi

“Mi chiamo Giovanna e ho una figlia, Silvia. Silvia è sempre stata una ragazza indipendente, testarda e determinata. Assomiglia un po’ a me da giovane… Io ho sempre cercato di avere un rapporto sano con lei, diverso da quello che i miei genitori avevano con me. All’epoca loro semplicemente decidevano per me, e questo mi ha causato poi una grande rabbia e frustrazione. Ora, anche io ho delle aspettative come mamma ovviamente. Ma non vorrei che queste aspettative si trasformino in una prigione per Silvia. Io non condivido per nulla quello che mi ha detto di voler fare, sia chiaro. Però penso che obbligare qualcuno con la forza a fare quello che diciamo noi non sia utile, non più, siamo più avanti dei nostri genitori, spero. Però è ovvio che dei ragazzi giovani abbiano bisogno anche di controllo da parte di un adulto, non solo di fiducia incondizionata. Così quando mia figlia Silvia se n’è uscita con questa richiesta, io ho cercato di trovare un compromesso che fosse adatto alla situazione. Fortunatamente lavoro da casa, quindi ho anche una certa libertà di movimento. Comunque è proprio vero quel che si dice: figli piccoli, problemi piccoli, figli grandi, problemi grandi!!!”

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Giovanna racconta la sua esperienza di madre cercando di bilanciare il desiderio di indipendenza di sua figlia Silvia con la necessità di offrire guida e controllo parentale. Silvia, descritta come una ragazza indipendente, testarda e determinata, ha molto in comune con Giovanna quando era giovane. Giovanna riflette sulle proprie esperienze con i genitori, che erano soliti decidere per lei, causandole rabbia e frustrazione. Questo passato ha influenzato il suo approccio nell’essere madre, spingendola a evitare di ripetere gli stessi errori con sua figlia.

Nonostante Giovanna non condivida le scelte di Silvia, riconosce l’importanza di non imporre autoritariamente le proprie decisioni, credendo piuttosto nel valore di un approccio più moderno e aperto che possa permettere a Silvia di esplorare la sua individualità senza sentirsi imprigionata. Tuttavia, è consapevole che l’indipendenza totale senza una forma di supervisione non sia sempre la soluzione migliore, specialmente per i giovani che stanno ancora formando il loro giudizio e le loro capacità decisionali.

Di fronte alla richiesta di Silvia, che non viene specificata ma implica una certa responsabilità, Giovanna ha cercato di trovare un compromesso che potesse soddisfare sia il bisogno di indipendenza di Silvia sia la sua preoccupazione di madre. Lavorando da casa, Giovanna dispone di una certa flessibilità che le permette di essere presente e attenta alle esigenze di sua figlia pur rispettando il suo spazio.

Giovanna conclude riflettendo sulla crescente complessità dei problemi man mano che i figli crescono, un adagio popolare che trova riscontro nella sua esperienza personale con Silvia. Questa storia mette in luce le sfide di una genitorialità che cerca di equilibrare supporto e indipendenza, controllo e fiducia, in un mondo che è cambiato molto dalle generazioni precedenti.

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