Forma e dimensione: il tipo di membro svela tratti psicologici inaspettati

La forma del membro maschile influenza la percezione della personalità, secondo uno studio pubblicato su rivista scientifica

 

Potrà sembrare il tema di una conversazione tra amici dopo qualche bicchiere di troppo, ma in realtà parliamo di uno studio scientifico pubblicato su una rivista accademica rispettabilissima (Personality and Individual Differences). Il punto è semplice quanto inaspettato: secondo questa ricerca, le persone tenderebbero ad associare inconsciamente il tipo di membro maschile a determinati tratti caratteriali.

Sì, hai letto bene. L’aspetto di “lui” — nel senso più anatomico del termine — sembra influenzare il modo in cui immaginiamo la personalità del suo proprietario.

Ora, prima che tu pensi sia uno scherzo da 1º aprile in ritardo, sappi che lo studio è stato condotto con metodo, campione controllato e analisi dettagliata.

Forma, lunghezza, spessore: ogni tipo di membro evoca una personalità diversa nella mente degli osservatori

Lo studio ha coinvolto 106 partecipanti eterosessuali, equamente divisi tra uomini e donne. A ciascuno è stato mostrato un set di illustrazioni stilizzate di membri maschili — disegni volutamente neutri, vari per lunghezza, spessore e curvatura. Il compito? Indicare che tipo di personalità attribuivano, a intuito, all’uomo dietro ciascuna di quelle forme.

Il risultato è stato un vero e proprio catalogo psicologico-leggendario.

I membri più lunghi e sottili sono stati associati a uomini premurosi, gentili, sensibili e affidabili. Insomma, il classico tipo da “ti porto la colazione a letto e ti ascolto parlare per ore”.

Al contrario, quelli più compatti e robusti hanno evocato l’immagine di uomini dominanti, passionali, impulsivi. Più da “vado dritto al punto, letteralmente e metaforicamente”.

E non finisce qui: i disegni che presentavano una curvatura — verso l’alto o laterale — sono stati associati a profili creativi, originali, artistici, con un pizzico di eccentricità. Mentre quelli dalla forma più simmetrica e “ordinaria” sono stati percepiti come rappresentativi di personalità calme, pragmatiche, affidabili. Il classico amico di tutti, forse un po’ noioso, ma solido.

Attenzione, però: nessuno dice che esista davvero un legame scientifico tra anatomia e psicologia. I ricercatori sottolineano che queste associazioni sono frutto di proiezioni culturali, stereotipi, immaginari collettivi e, inutile negarlo, anche di esperienze personali pregresse.

Perché questa ricerca (insolita) ci racconta molto di più di quanto sembri

Al di là dell’effetto sorpresa iniziale — e dell’ironia inevitabile — questa indagine solleva questioni tutt’altro che banali. Prima fra tutte: quanto siamo influenzati da ciò che pensiamo di vedere, anche quando non stiamo guardando nulla di reale, ma solo un disegno?

Lo studio dimostra quanto sia radicata la tendenza umana a trarre conclusioni sulla personalità altrui partendo da caratteristiche puramente fisiche, anche intime. Un fenomeno che rientra in quella categoria di bias cognitivi con cui facciamo i conti tutti i giorni, senza rendercene conto.

E in fondo, è anche uno specchio dell’immaginario sessuale collettivo. Quel mix di miti, stereotipi e credenze (più o meno attendibili) che continua a plasmare le nostre idee sul desiderio, l’intimità e la virilità.

Questa ricerca, sebbene apparentemente leggera, tocca temi profondi: il corpo come linguaggio, il pregiudizio silenzioso, l’influenza dell’inconscio nelle relazioni. E, soprattutto, ci ricorda che anche gli aspetti più “fisici” possono essere letti — o travisati — come segnali della psiche.

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