Fonte: Instagram
Rob Pope non è un personaggio di finzione, anche se il suo look durante la traversata americana potrebbe far pensare il contrario: barba lunga, capelli spettinati, camicia a quadri e cappellino rosso. Veterinario di Liverpool e appassionato di maratone, Rob ha deciso di trasformare la folle corsa di Forrest Gump in un’impresa reale, con tanto di tappe, sudore, fatica e una causa nobile.
Tutto è cominciato nel 2016, quando il quarantaduenne (all’epoca) ha lasciato Mobile, in Alabama, e ha iniziato a macinare chilometri su chilometri, ispirato dalla promessa fatta alla madre poco prima che morisse: fare qualcosa che facesse davvero la differenza. Da lì, l’idea un po’ folle, un po’ geniale: percorrere l’intero tragitto del film, più volte, finché non gli veniva più voglia di correre.
L’impresa si è conclusa dopo 422 giorni e più di 25.000 chilometri percorsi, ovvero l’equivalente di circa 595 maratone consecutive. In mezzo ci sono stati 43 stati americani, deserti roventi, montagne innevate, uragani, orsi, alci e una quantità imprecisata di crampi. Rob ha cambiato 33 paia di scarpe, consumato tonnellate di pasta e affrontato raffiche di vento più decise delle sue convinzioni.
Tutto questo non solo per il gusto della sfida, ma per raccogliere fondi destinati a Peace Direct e al WWF, puntando l’attenzione su tematiche globali come la pace e la tutela ambientale. Per un tipo che ha corso anche nella Death Valley sotto la neve (sì, proprio lì), non si può dire che non abbia preso la cosa sul serio.
Tra una tappa e l’altra, Pope ha corso anche la maratona di Boston vestito da Forrest Gump, tra cori di “Run Forrest, Run” e idratazioni discutibili a base di birra leggera. Ha vinto pure una gara di 10 km in Oregon, diventando campione dello stato con il sorriso di chi ha dimenticato da tempo cosa significhi avere le gambe leggere.
Nel frattempo, si è anche fermato un attimo per tornare in Inghilterra ad assistere alla nascita della figlia. Ma non contento, ha infilato tre maratone anche durante quel break. Quando è tornato negli Stati Uniti per l’ultima parte del percorso, ha concluso il viaggio inginocchiandosi – anche per stanchezza – davanti alla compagna Nadine, chiedendole di sposarlo.
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Rob Pope ha scritto un libro sulla sua impresa, dal titolo Becoming Forrest, dove racconta tutto, dai muscoli strappati alle notti passate ospite di sconosciuti. Ha provato più volte a contattare Tom Hanks, ma senza successo. Intanto ha mantenuto la barba – sotto controllo, per rispetto della moglie – e si gode il risultato di un viaggio epico che ha dimostrato che, a volte, la realtà non solo supera la finzione, ma la batte in resistenza. La sua impresa ha raccolto l’equivalente di circa 580.000 euro in donazioni. Un piccolo miracolo a colpi di falcata, sudore e determinazione. Perché a volte basta solo continuare a correre per arrivare davvero lontano.
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