Fonte: Pexels
Ognuno di noi ha un sosia da qualche parte del mondo? Stando al progetto “Non sono un sosia”, del fotografo François Brunelle, sembrerebbe proprio di sì.
Brunelle è un fotografo canadese di grande talento, noto per il suo progetto fotografico “I’m not a look-alike!”, che esplora il fenomeno delle somiglianze straordinarie tra persone non imparentate. Da oltre 25 anni, Brunelle cattura con il suo obiettivo ritratti di soggetti che, pur non condividendo alcun legame genetico, sembrano gemelli separati alla nascita. La sua opera, unica nel suo genere, unisce estetica e curiosità antropologica, ponendo interrogativi profondi sulla natura dell’identità umana e sulla percezione visiva.
L’idea di immortalare i sosia è nata da un’esperienza personale: Brunelle, spesso paragonato al celebre personaggio comico Mr. Bean (Rowan Atkinson), ha iniziato a riflettere sul concetto di somiglianza e sulle relative implicazioni culturali e sociali. Nel 1999, ha deciso di trasformare questa intuizione in un progetto artistico, combinando la sua passione per la fotografia con un approccio quasi scientifico alla ricerca dei suoi soggetti.
Inizialmente, il fotografo si impegnava attivamente per trovare coppie di sosia, viaggiando in diversi paesi e avvalendosi della collaborazione di amici e conoscenti. Con il tempo il progetto ha guadagnato popolarità, e sempre più persone hanno iniziato a contattarlo spontaneamente, inviandogli fotografie e proponendosi come candidati. Il processo di selezione è meticoloso: Brunelle analizza le caratteristiche facciali, come la forma del viso, gli occhi, il naso e la struttura generale, per identificare le coppie più sorprendentemente simili.
Le fotografie, rigorosamente in bianco e nero, sono pensate per mettere in risalto le somiglianze senza distrazioni cromatiche. I soggetti sono spesso immortalati in pose semplici e intime, che enfatizzano i loro tratti comuni. Le immagini non solo documentano le somiglianze, ma rivelano anche una connessione emotiva tra i protagonisti, che spesso si incontrano per la prima volta sul set fotografico.
Il lavoro di Brunelle ha attirato l’attenzione non solo del pubblico generale, ma anche di esperti in vari campi. Genetisti e scienziati hanno mostrato interesse per i suoi ritratti, vedendo in essi un’opportunità per studiare il fenomeno della convergenza somatica, ovvero come persone non correlate possano sviluppare tratti fisici simili a causa di fattori ambientali e casualità genetiche.
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Il fotografo stesso ha affermato di essere affascinato dall’idea che il volto umano possa ripetersi in maniera così precisa in diverse parti del mondo.
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